Il coronavirus e la “guerra” tra Russia e Arabia Saudita affondano il prezzo del petrolio del 31%, maggior calo dopo quello del 17 gennaio 1991 data di inizio della prima guerra del Golfo. In quella occasione il crollo fu del 34,8%. Oggi invece la disintegrazione dell’Opec+, l’alleanza nata alla fine del 2016 tra i 14 paesi Opec e i 10 non Opec guidati dalla Russia proprio per risollevare le quotazioni, e le intenzioni nemmeno troppo velate di scatenare una guerra per accaparrare quote di mercato hanno fatto vivere al greggio una giornata che resterà nella storia.
Così è scoppiata la guerra tra Mosca e Riad
Ricapitoliamo. Venerdì scorso a Vienna, la Russia ha fatto saltare il tavolo e non ha voluto tagliare la produzione di ulteriori 1,5 milioni di barili al giorno. La mossa ha irritato non poco l’Arabia Saudita che ha annunciato la volontà di aprire i propri rubinetti e spingere la produzione ai massimi, puntando con prezzi scontati all’Europa (ma non solo) per togliere quote di mercato proprio a Mosca. In realtà la Russia, non siglando l’accordo, non voleva danneggiare Riad ma le compagnie americane di shale oil.
In ogni caso, vista la situazione, Mosca ha mostrato i muscoli affermando di poter vivere con prezzi a 25-30 dollari per 10 anni. Dal canto suo, Riad ha risposto che compenserà i prezzi bassi vendendo più greggio. Il risultato è che a partire da aprile, quando scadrà l’intesa Opec+, siglata a dicembre scorso, tutti i paesi produttori cominceranno a inondare un mercato già saturo di oro nero.
Goldman Sachs, prezzo scenderà fino a 20 dollari
Secondo Goldman Sachs il prezzo scenderà fino a 20 dollari. Per la banca d’affari Usa la decisione della Russia di non acconsentire ai tagli proposti dai paesi Opec per sostenere i prezzi “è razionale”. Questi tagli infatti avrebbero difeso i prezzi ma non le quote di mercato.
Dal novembre 2016, ricorda Goldman Sachs, la produzione dell’Opec e della Russia è stata ridotta di 4,4 miliardi di barili al giorno mentre il resto del mondo ha aumentato la produzione di 5,7 miliardi di barili.
I tagli alle stime della Iea
A tagliare le stime della domanda globale, l’Iea (Agenzia internazionale dell’energia) per la quale si avrà una flessione quest’anno, per la prima volta dal 2009, a causa del virus. L’agenzia prevede una contrazione della domanda di circa 90.000 barili al giorno rispetto al 2019, secondo lo scenario centrale, data l'”estrema incertezza”. Pubblicato anche uno scenario piu’ pessimista (-730.000 barili al giorno) e ottimista (+480.000).
Il tweet di Trump
Sulla questione è intervenuto anche il presidente Usa Donald Trump: “L’Arabia Saudita e la Russia stanno discutendo sul prezzo e sul flusso del petrolio. Questo, e le false notizie, sono la ragione del calo del mercato!”, ha twittato.
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Fonte: economia agi