Riceviamo e pubblichiamo il contributo del prof. Antonino Gulisano, docente in pensione di Storia e Filosofia, Creazione d’Impresa, Marketing e Comunicazione. Dirigente, per oltre vent’anni, della lega per la cooperazione agricola. Consigliere, asessore e vicesindaco del Comune di Paternò in varie legislature negli anni ’80.
Rispolverando la Storia Francese, gli Stati generali del 1789 furono convocati da Luigi XVI allo scopo di raggiungere un accordo tra le classi sociali idoneo a risolvere la grave crisi politica, economica, sociale e finanziaria che affliggeva da anni la Francia. Inaugurati il 5 maggio 1789, essi furono gli ultimi dell’Ancien Régime, crollato a seguito della Rivoluzione. Essi contavano 1139 membri di cui 291 rappresentati del Primo Stato (clero), 270 per il Secondo Stato (aristocrazia) e 578 per il Terzo Stato (popolo, in particolare la borghesia).
Oggi nel 2020 nell’Italia divisa tra sovranisti e anti sovranisti, tra europeisti e antieuropeisti. I soggetti sociali, politici e economici da chi sono rappresentati e delegati? Il Presidente del Consiglio Conte con quale progetto e obiettivi propone la convocazione degli Stati generali, di quali stati generali, di chi e di cosa?
Tuttavia, se al premier è riuscito il tentativo di farsi coprire dall’establishment dei virologi nella gestione della fase più acuta della pandemia, alla fine ha dovuto rendersi conto che “più del dolor poté il digiuno” e che non era possibile massacrare ulteriormente l’economia e la società civile. Così si è assunto la responsabilità di riaprire. Luciano Lama, nelle riunioni, quando qualche compagno interveniva dicendo «i lavoratori dicono…», lo interrompeva con queste secche parole: «Lo so che cosa i lavoratori dicono. Mi interessa conoscere che cosa dici tu a loro».
Ecco il Governo cosa pensa e cosa dice? Perché convoca questi Stati generali e che cosa rappresentano? Come nella Francia di Luigi XVI gli Stati erano rappresentati dal Clero, dalla aristocrazia e dal terzo stato o meglio della borghesia.
La prima convocazione di questi Stati il Presidente Conte ha chiamato i rappresentanti delle forze economiche o i poteri forti. Gli altri rappresentanti chi sono? Il Parlamento dov’è? I ceti sociali e associativi della sussidiarietà prevista dalla Costituzione dove sono? (Come il CDC, attuare la Costituzione o il Comitato per i Beni Comuni e le future generazioni). I Sindacati, Confindustria, i Ceti produttivi. La CEI (conferenza dell’episcopato italiano) l’AIM (associazione italiana magistrati). I rappresentanti dei poteri locali (regioni e comuni). Per sapere cosa ognuno pensa e dice per rivoluzionare l’Italia e metterla nelle condizioni di riprendere lo sviluppo sia sociale, sia economico.
No gli Stati generali, ma l’Assemblea Generale dell’Italia per superare la crisi finanziaria del debito pubblico, la crisi sociale e di rappresentanza. Per sapere non solo cosa pensano gli italiani, ma cosa pensa ogni rappresentante per dare soluzione e voce al potere del lavoro e non solo del capitale. Ma per fare questo è necessario che la società abbia il potere di decidere come impiegare questa ricchezza che si concentra nelle mani di pochi. Dunque, nell’epoca in cui si parla tanto di distribuzione della ricchezza sarebbe importante parlare della distribuzione del potere.
Antonino Gulisano