Cosa sappiamo del Boeing 737-500 precipitato in mare in Indonesia


AGI – Tragico incidente aereo in Indonesia: un Boeing 737-500 con 62 persone a bordo è precipitato in mare subito dopo il decollo dalla capitale Giacarta. L’aereo della compagnia low-cost indonesiana Sriwijaya Air era diretto all’isola del Borneo, una tratta coperta solitamente in un’ora e mezza, ma 4 minuti dopo il decollo si sono persi i contatti. 

Secondo il sito Flight Radar 24 il velivolo ha perso oltre 10 mila piedi (circa 3 chilometri) di quota in meno di un minuto.

Non ci sarebbero superstiti tra i 56 passeggeri, di cui 7 bambini e tre neonati, e i sei membri dell’equipaggio.

Lo schianto è avvenuto nel mare di Giava mentre il velivolo era diretto a Pontianak. Il ministro dei Trasporti, Budi Karya Sumadi, ha spiegato che poco prima che si perdessero i contatti, l’aereo aveva cambiato bruscamente direzione, spingendo la torre di controllo a chiedere ai piloti cosa stesse succedendo.

Non è chiaro se a bordo ci fossero cittadini stranieriI pescatori hanno raccontato di aver assistito a un’esplosione e aver trovato i possibili resti dell’incidente aereo galleggianti in mare. Nelle immagini diffuse dal canale locale KompasTV, diversi di loro hanno mostrato cavi e pezzi del relitto, trovati in prossimità del luogo in cui l’aereo si è schiantato. Le ricerche sul posto sono in corso ma non sono stati forniti dati ufficiali finora: “Abbiamo dispiegato le nostre squadre con barche sul luogo dove è caduto dopo aver perso i contatti”, ha riferito Bambang Suryo Aji dell’agenzia dei soccorsi. 

Secondo Airfleets.net, il velivolo era stato consegnato alla statunitense Continental Airlines nel 1994 ed era entrato nel 2012 a fare parte della flotta di Sriwijaya Air, un vettore locale una ventina di aerei, tutti appartenenti alla famiglia dei 737.

L’aereo precipitato non va confuso con il 737 Max 8, il modello Boeing coinvolto nei disastri dei voli Lion Air 610 (189 morti il 29 ottobre 2018) e dell’Ethiopian Airlines 302 (157 morti il 10 marzo 2019), dovuti all’errata attivazione, poco dopo la partenza, di un software antistallo sul quale il personale di bordo non era stato adeguatamente informato.

Due giorni fa la compagnia aerea statunitense ha patteggiato 2,5 miliardi di dollari per chiudere l’inchiesta penale che era stata avviata in Usa

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Fonte: estero agi