AGI – Un Piano in cinque mosse per ridisegnare la sanità italiana nel post Covid, sfruttando al meglio lo strumento del Pandemic Crisis Support, la linea di credito speciale creata in ambito MES. Risorse che per l’Italia ammonterebbero sino a 36 miliardi di euro (2 punti di Pil) e che sarebbero soggette ad una unica condizione: il finanziamento della sanità, dei costi di prevenzione e cura, diretti o indiretti, per consentire al Paese di fronteggiare l’emergenza pandemica. Lo ha messo a punto “M&M – Idee per un Paese migliore”, l’Associazione presieduta da Fabrizio Pagani che riunisce centinaia tra manager, imprenditori, professionisti, accademici di diversa estrazione e provenienza politica.
Il Piano – elaborato in collaborazione con la Fondazione “CERM – Competività, Regole, Mercati”, presieduta da Fabio Pammolli – mira a trasformare il vincolo della crisi in una straordinaria occasione di cambiamento, valorizzando, anche in termini di percezione dell’opinione pubblica, il prezioso supporto fornito in ambito europeo per correggere le storture esistenti e al contempo potenziare alcuni snodi chiave della sanità italiana, con innegabili benefici per il Paese intero. Il focus è sulla modernizzazione del sistema sanitario in termini di strutture edilizie, dotazioni tecnologiche, infrastrutture digitali. L’obiettivo è contribuire a raggiungere un virtuoso equilibrio tra prevenzione, assistenza territoriale e sanità ospedaliera, in linea con le previsioni del DM 70/2015 e continuando lungo il percorso di allineamento di fabbisogni e spesa standard avviato con la legge 42/2009.
Cinque le linee principali d’intervento del Piano messo a punto, oltre che da Pagani e Pammolli, da un team di esperti, tra cui Carlo Altomonte, Gioia Ghezzi, Cosimo Pacciani, Roberto Sambuco: 1) programma urgente per l’ammodernamento della rete ospedaliera nazionale, realizzando nuove strutture in sostituzione delle esistenti o il retrofit di strutture disponibili, per renderle pandemic-compliant. 2) adeguamento delle strutture intermedie di cura, delle strutture di prossimità e delle residenze sanitarie assistenziali (RSA), rendendole pandemic-compliant; 3) creazione di una rete nazionale permanente di monitoraggio sanitario e biosorveglianza, con la previsione di un forte coordinamento centrale e con il contestuale rafforzamento e coordinamento delle reti regionali e territoriali; 4) potenziamento della rete di diagnostica e assistenza domiciliare e creazione di una rete per la telemedicina e la teleassistenza; 5) rinnovo delle dotazioni tecnologiche sanitarie e creazione di una rete nazionale di laboratori per lo svolgimento di test diagnostici per le malattie infettive, con particolare riferimento ai test RT-PCR.
Vedi: Coronavirus: la ricetta degli esperti, piano in 5 mosse per rilanciare la sanità utilizzando i fondi Mes
Fonte: cronaca agi