“Già Platone nella Repubblica diceva: ‘Dopo la musica i giovani vanno formati con la ginnastica’.
È vero! Lo sport, infatti, genera attitudini, forma il carattere, contribuisce all’integrazione tra individui e al superamento delle discriminazioni”. Con queste parole, il giudice della Corte costituzionale Luca Antonini dà il via alla registrazione di un nuovo contributo audio, da inserire nella “Biblioteca dei Podcast”, che prende spunto dalla recente legge costituzionale n. 1 del 2023, approvata all’unanimità, grazie alla quale lo sport è entrato nella Costituzione italiana in modo condiviso da tutte le parti politiche.
La legge costituzionale che ha modificato e arricchito l’articolo 33 della Carta non è l’unica ad avere raccolto, in tempi recenti, consensi più o meno unanimi in Parlamento: “Con una fortissima maggioranza – ricorda il giudice Antonini – l’anno scorso è stata approvata la riforma dell’articolo 9 che ha aggiunto in Costituzione il riconoscimento del valore dell’ambiente e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. Due riforme costituzionali, quindi, sono state approvate a breve distanza di tempo: sport e ambiente, entrambe con una fortissima maggioranza, al punto che non è stato necessario il referendum costituzionale previsto dall’articolo 138 della Costituzioni.
“Queste due riforme – argomenta dunque il professor Antonini, ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Padova, eletto dal Parlamento il 19 luglio del 2018 – hanno fatto eccezione al ben diverso destino delle riforme costituzionali degli ultimi anni: tutte approvate con maggioranza molto basse; e poi confermate (quella del 2001 sul regionalismo) o cadute nei referendum costituzionali (la Devolution del 2006 e la riforma costituzionale Renzi del 2016). Su ambiente e sport, invece, i parlamentari si sono trovati tutti sostanzialmente d’accordo, pertanto le riforme sono entrate velocemente in vigore. È una buona notizia”.
In questo nuovo podcast, il giudice Antonini propone anche la sua esperienza personale, contrassegnata e scandita nell’arco di una vita anche dallo sport: “L’ho praticato da quanto avevo dodici anni e continuo a praticarlo ora che ne ho sessanta. Mi sono dedicato in particolare al karate fino a raggiungere la cintura nera e il secondo dan, oltre a fare agonismo e ottenere anche qualche significativo risultato. Poi sono passato al fitness e al fit walking che pratico tutt’ora. Adesso vi trovo grande giovamento perché permettono di mantenere il fisico in buone condizioni, ritardando la presa degli acciacchi della vecchiaia e consentono anche di scaricare la testa e ritornare più lucido sui problemi quando il lavoro di giudice della corte costituzionale, come accade spesso diventa così assorbente al punto di non farmi dormire la notte. Il peso della responsabilità delle decisioni che devono essere assunte per un giudice costituzionale è grande”. “Da giovane – è il messaggio che il giudice Antonini vorrebbe trasmettere soprattutto alle ragazze e ai ragazzi – lo sport mi ha aiutato tantissimo ad acquisire una disciplina e una capacità di sacrificio che mi hanno spinto a formare delle doti che poi mi sono tornate utili non solo nello studio: la disponibilità a lavorare in squadra, a farmi carico dei problemi degli altri, ad accettare le sconfitte…”.