Confini chiusi e 14 zone rosse, la Calabria prova a resistere al virus


 Confini chiusi dalla notte tra il 21 e 22 marzo scorsi, con il “divieto di ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio regionale”, quattordici comuni diventati “zone rosse” in seguito ai numerosi casi di persone risultate positive al tampone del coronavirus. La Calabria va avanti con la sua strategia di difesa dal Covid-19, con una serie di provvedimenti che hanno soprattutto l’obiettivo di rallentare la diffusione del contagio. E, a guardare i numeri, la strategia per ora funziona e, secondo gli esperti, è tra le più efficaci.

 L’ordinanza che stabilisce la chiusura dei confini è in vigore fino al 3 aprile prossimo e, quasi certamente, sarà prorogata. Oggi, invece, la presidente della Regione, Jole Santelli, ha isolato il quattordicesimo comune: si tratta di Fabrizia, in provincia di Vibo Valentia.

    “E’ una misura – dice Santelli – che si è resa necessaria a seguito del numero di casi di positività al Coronavirus registrati negli ultimi giorni. L’ordinanza, spiega la governatrice, “prevede il divieto di allontanamento dal territorio comunale da parte di tutte le persone presenti, riducendo drasticamente ogni possibilità di socializzazione, limitando al massimo ogni spostamento; il divieto di accesso nel territorio comunale; la sospensione delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Possono entrare nel territorio comunale – è scritto nell’ordinanza – gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nei controlli e nell’assistenza alle attività riguardanti l’emergenza, nonché degli esercenti le attività consentite sul territorio e quelle strettamente strumentali alle stesse, con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale e fermo restando la limitazione della presenza fisica del personale per quanto strettamente indispensabile”.

 Oltre a Fabrizia, in Calabria sono “chiusi” ​i comuni di Montebello Jonico, Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria; San Lucido, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano e Bocchigliero, in provincia di Cosenza; Serra San Bruno (Vibo Valentia); Chiaravalle Centrale, Soverato, Cenadi, Torre di Ruggero e Vallefiorita (Catanzaro) e Cutro (Crotone).

In tutta la regione, secondo l’ultimo bollettino, sono oltre 600 le persone contagiate, 30 quelle decedute. In altri centri, ormai da diversi giorni, sono in vigore divieti di uscita e ingresso nei territori comunali emessi dai sindaci.

Sul piano sanitario, intanto, la Calabria, nonostante le note difficoltà del settore, sta cercando di produrre il massimo sforzo, ma continua a lamentare la scarsa attenzione del Governo. “Abbiamo circa 100 posti predisposti per essere adibiti a terapia intensiva, ma mancano gli strumenti, come i ventilatori: me li deve dare il governo, e non mi arrivano”, denuncia Santelli.

“In questo momento – aggiunge -il governo, la Protezione civile, il commissario Arcuri, stanno distribuendo dispositivi e attrezzature in relazione al numero dei contagiati, e questo vuol dire che per il 90% va alle regioni del Nord che sono particolarmente provate. Noi abbiamo due Italie: quella con il contagio dilagante e quella che sta cercando di evitare il contagio, con questa suddivisione a quella che sta cercando di evitare il contagio arrivano le briciole. Stiamo avendo da 3-4 giorni le mascherine, ma non abbiamo i dispositivi, non abbiamo le tute, non abbiamo quello che dobbiamo fornire al 118 e agli ospedali, non abbiamo le attrezzature sanitarie. O cambia questo sistema di distribuzione, oppure ci troveremo tra poco purtroppo a fronteggiare situazioni molto difficili”.

 “Ora – sottolinea la governatrice – in Calabria la situazione sta diventando più difficile. Chiedo i ventilatori da un mese, ora che è scoppiato il guaio serio nelle Rsa, sto continuando a premere. Il commissario Arcuri ha chiesto in Conferenza Stato Regioni di dare attenzione al Sud, ma non c’è stata molta solidarietà. È un tema di politica nazionale. A questo punto chiedo che il Governo, il ministro della Salute, il ministro Boccia – conclude l’esponente di Forza Italia – assumano la responsabilità di dire che una parte rilevante va anche al Sud per predisporre le strutture”.

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Fonte: cronaca agi