Con il via libera della Commissione di designazione alle candidature è partita ufficialmente la corsa per la nomina del nuovo presidente di Confindustria, che prenderà il posto di Carlo Bonomi alla guida dell’associazione per i prossimi quattro anni. Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi ed Emanuele Orsini sono gli imprenditori scesi in pista, che hanno superato la soglia del 10% di sostenitori nel Consiglio generale; Garrone in realtà sarebbe già oltre il 20% ed è per questo già certo di partecipare al voto di designazione il 4 aprile. Dai prossimi giorni via al lavoro dei tre saggi che saranno in tour in diverse tappe in Italia per ascoltare l’orientamento delle associazioni territoriali e di categoria e quindi scremare il gruppo dei pretendenti. Si partirà da Torino, per passare poi da Bologna, Roma, Milano, Padova e Napoli.
Edoardo Garrone è il candidato di maggiore spicco. Genovese, classe 1961, è a capo del gruppo Erg ed è anche presidente del Sole 24 Ore, il quotidiano controllato da Confindustria. Proprio a causa di questa carica nei giorni scorsi erano circolate voci di dimissioni in caso di candidatura, smentite però dal gruppo editoriale, che ha precisato come non esista incompatibilità tra la candidatura e la presidenza del gruppo, e che quindi Garrone continuerà a ricoprire il proprio ruolo. Laureato in Scienze Politiche a Firenze, Garrone è padre di cinque figli.E’ figlio di Riccardo Garrone, da cui eredita la presidenza della Sampdoria alla sua scomparsa nel 2013 uscendo però dal mondo del calcio l’anno successivo, quando fa posto a Massimo. La Erg è l’azienda di famiglia, riconvertita dal settore petrolifero a quello delle energie rinnovabili, con la cessione delle attività al gruppo Api nel 2018. Oggi Erg, quotata in Borsa, è il primo produttore in Italia di energia eolica. Garrone può vantare anche un lungo cursus nelle organizzazioni imprenditoriali, dalla presidenza nazionale dei Giovani imprenditori dal 2000 al 2002, alla vicepresidenza per l’Organizzazione e il Marketing Associativo (2008-2012). Da maggio 2014 ad aprile 2016, Garrone è stato componente del Comitato di Presidenza di Confindustria, con delega per l’Internazionalizzazione associativa.
Antonio Gozzi, il secondo ligure in lizza, è nato a Chiavari nel 1954, è presidente del gruppo Duferco, della Virtus Entella, la squadra di calcio di Chiavari, che ha portato fino alla serie B, ed è stato presidente di Federacciai una prima volta dal 2012 al 2018, ritornando in carica nel 2022. Laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Genova, sposato con due figli, è entrato nel gruppo di famiglia Duferco che si occupava originariamente di trading di prodotti siderurgici sviluppando il business fino a alla produzione diretta di acciaio. Di lui si ricorda anche la disavventura giudiziaria che lo coinvolse in Belgio nel 2015, quando fu accusato di corruzione nei confronti di politici locali, venendo però pienamente assolto nel 2023.
Gozzi è membro del Consiglio Generale di Confindustria e dell’Esecutivo dell’Aspen Institute e fa parte del Comitato Tecnico Energia di Confindustria.
Alberto Marenghi è nato nel 1976 a Mantova e giovanissimo a soli 20 anni si ritrova a capo dell’azienda di famiglia, la Cartiera Mantovana,a causa della prematura scomparsa del padre. L’azienda era stata fondata da un antenato nel 1615 e Alberto Marenghi ne rappresenta la 17ma generazione. Nel 2010 Marenghi fonda Cartiera Galliera, di cui è presidente e amministratore delegato, con sede a Padova. Inizia a frequentare l’Associazione degli Industriali di Mantova nel 1997 all’interno del gruppo giovani imprenditori. Nel 2001 viene eletto Presidente Regionale dei Giovani Imprenditori della Lombardia e nel 2008 Vice Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Nel 2014 viene eletto Presidente di Confindustria Mantova.
Da molti anni è componente della Giunta e del Consiglio Generale di Confindustria. Da maggio 2020 è Vice Presidente nazionale di Confindustria con delega all’Organizzazione, Sviluppo Associativo e Marketing. È anche presidente dell’Associazione internazionale “Les Henokiens” che rappresenta società di proprietà della stessa famiglia da almeno 200 anni. Vi fanno parte 56 aziende nel mondo di cui 13 italiane. È il quarto italiano a ricoprire questo incarico dal 1981, anno di fondazione dell’Associazione.
Emanuele Orsini, emiliano, nato nel 1973, è attualmente vice presidente di Confindustria con delega a Credito, Finanza e Fisco. In questa posizione ha incassato nei giorni scorsi l’inusuale appoggio di un ‘esterno’ come l’a.d. di Intesa, Carlo Messina (“stimo molto uno dei potenziali candidati, che ha la delega per i rapporti con le banche”). Orsini ha costruito la sua carriera dal basso, entrando in Sistem Costruzioni, , realtà produttiva leader nel settore dell’edilizia in legno, di cui è poi diventato amministratore delegato, a capo di un gruppo forte di 15 società. Dal 2020, dopo la morte del suocero Lanfranco Fiandri, Orsini diventa anche presidente e a.d. di Tino Prosciutti, azienda parmense fondata da Fiandri con quattro stabilimenti produttivi, leader in Italia nella lavorazione e nella produzione di prosciutto crudo. Intorno alla sua candidatura sono nate nei giorni scorsi alcune polemiche, sulla scorta di lettere anonime per vicende legate ai tempi della sua presidenza di Federlegno, riguardo all’utilizzo personale di un’auto acquistata dall’associazione; situazioni, secondo Orsini, ampiamente chiarite già prima della sua nomina a vicepresidente di Confindustria. (AGI)
GLA