Confedercontribuenti su turismo e riaperture in sicurezza: “non c’è più tempo da perdere”

Una persona parla al celllare accanto alle sedie ripiegata di un locale del centro, Milano; 9 aprile 2021. La Lombardia passerà in zona arancione da lunedì. La conferma arriva da fonti regionali. Ora si attende solo l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Con il passaggio in arancione; riapriranno tutti i negozi e i ragazzi degli ultimi due anni delle medie e delle superiori potranno tornare a scuola (seppure questi ultimi al 50%).ANSA/DANIEL DAL ZENNARO


Carmelo Finocchiaro: “Chi davvero rappresenta le categorie produttive prende le distanze dai disordini che si sono verificati. La loro vuole essere una protesta pacifica”. Ettore Minniti: “Basta con le chiacchiere! Non si può abusare della pazienza dimostrata fino ad oggi dagli operatori turistici”.

di redazione

Confedecontribuenti ha espresso riprovazione per le violenze di piazza, ma anche pieno sostegno alle rivendicazioni di ristoratori, commercianti e Partite Iva, così come di venditori ambulanti e tassisti, che premono per la riapertura e la ripartenza del Paese.
Per affrontare nel merito le difficoltà nelle quali si dibattono le categorie produttive italiane a causa dell’emergenza sanitaria, Confedercontribuenti, al pari dei sindacati dei lavoratori e delle associazioni di categoria degli autonomi, attende di incontrare il governo, per chiedere “di lavorare e quindi di poter vivere e sfamarsi”.
“I manifestanti che sono scesi in piazza in queste giornate in rappresentanza delle varie categorie produttive – ha affermato il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro – prendono le distanze dai disordini che si sono verificati. La loro vuole essere una protesta pacifica”.
Finocchiaro si è soffermato in particolare sui ristoratori, i quali “hanno spiegato che il loro scopo è quello di poter tornare ad aprire i locali per accogliere la clientela al tavolo o al bancone, sia a pranzo che a cena, rispettando scrupolosamente tutte le regole previste per il contenimento dei contagi”.
Dai ristoratori agli operatori turistici il passo è breve.
“L’industria del turismo ha potenzialità enormi di crescita, è il settore che inevitabilmente parte prima” – ha dichiarato nei giorni scorsi il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia – “Bisogna metterci la testa e, in breve, dare delle risposte. Ci sono delle attività – come fiere e congressi – che necessitano di mesi di programmazione: tu devi dire adesso se, come e quando riparti”.
Come tutti sanno, purtroppo, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Il settore del turismo è il vero motore nell’immediato per la ripartenza dell’economia italiana rispetto ad altri settori imprenditoriali, perché l’estate è oramai alle porte. Settore che ha bisogno di certezze e non di buone intenzioni. Le date servono per far partire in sicurezza il comparto.
“Basta con le chiacchiere” – afferma Ettore Minniti, Responsabile per il Turismo di Confedercontribuenti – “Non si può abusare della pazienza dimostrata fino ad oggi dagli operatori turistici. Noi di Confedercontribuenti siamo contrari – ha proseguito Minniti – alle violenze di piazza, ma l’incapacità del governo nel programmare la ripartenza è da condannare senza mezzi termini”.
La stagione dovrebbe ripartire con i primi di giugno e per questo serve tempo per potere organizzare la complessa macchina dell’accoglienza, dalle strutture ricettive a tutta la filiera delle fiere e congressi. Occorre avere date certe e protocolli di sicurezza aggiornati.
“Accolgo con moderata soddisfazione le parole del Ministro – ha aggiunto Minniti – ma siamo stanchi di false promesse e ci sentiamo presi in giro. L’operatività del settore turistico non può essere demandata a domani o dopodomani, ma deve essere immediata, oggi stesso. Non si può perdere altro tempo prezioso”.
Intanto si registra un preoccupante ritardo rispetto ai competitor europei, Spagna e Grecia in particolare, e questi divari non li recuperi più se non si lavora alacremente per la ripartenza.
Basta con le buone intenzioni e le dichiarazioni fine a se stesse, occorrono fatti e non parole.