Il diritto all’abitazione è sacrosanto e costituzionalmente protetto. Nel PNRR questo diritto è messo in dubbio, servono maggiori garanzie per assicurare un’abitazione a chi è stato sfortunato, com’è per gli esecutati o sfrattati, che una volta persa la casa rimangono in mezzo alla strada. Lo Stato deve attuare e finanziare il “piano salva casa”, in modo tale che l’esecutato possa contribuire secondo il proprio reddito, evitando ove possibile che l’abitazione vada all’asta
di Andres
Il PNRR rivolge una particolare attenzione al settore dell’esecuzione forzata in ragione della centralità della realizzazione coattiva del credito ai fini della competitività del sistema paese.
Le linee di intervento che si propongono hanno lo scopo di rendere più celere e spediti i procedimenti esecutivi, intervenendo sotto diversi profili e abrogando le disposizioni del Codice di procedura civile e di altre leggi che si riferiscono alla formula esecutiva e alla spedizione in forma esecutiva.
Nel settore dell’esecuzione immobiliare, si prevede una generale riduzione dei termini per il deposito della certificazione ipocatastale, con interventi in punto di custodia, che prescrivono che il giudice dell’esecuzione provveda alla sostituzione del debitore nella custodia e la liberazione dell’immobile che la rendano, ove non sia abitato dall’esecutato e dal suo nucleo familiare ovvero sia occupato da soggetto privo di titolo opponibile alla procedura, al più tardi nel momento in cui pronuncia l’ordinanza con cui è autorizzata la vendita o sono delegate le relative operazioni.
Un provvedimento contestato dalle associazioni dei debitori incolpevoli, alla luce della cosiddetta Legge Bramini, introdotta con il decreto semplificazioni del 2019, che modifica l’art. 560 del codice di procedura civile prevedendo che il debitore e i familiari che con lui convivono non perdano il possesso dell’immobile e delle sue pertinenze sino al decreto di trasferimento che conclude l’espropriazione forzata dell’immobile pignorato. Prima di tale provvedimento, il giudice non potrà mai disporre il rilascio dell’immobile pignorato che sia abitato dal debitore e dai suoi familiari.
La liberazione, invece, viene ordinata qualora l’immobile non sia abitato dal debitore e dai familiari, ma anche nei casi in cui sia ostacolato il diritto di visita di potenziali acquirenti, quando l’immobile non sia adeguatamente tutelato e mantenuto in buono stato, per colpa o dolo del debitore e dei suoi familiari e quando il debitore viola gli altri obblighi che la legge pone a suo carico.
A giudizio di Confedercontribuenti il PNRR non modifica sostanzialmente la precedente normativa laddove prevede “l’immediata liberazione dell’immobile ove non sia abitato dall’esecutato e dal suo nucleo familiare”.
Di parere opposto le Associazioni di categoria che difendono gli esecutati. Lo stesso Sergio Bramini ha dichiarato “La cancellazione della legge Bramini è per me motivo di grave dolore Ma io non mi arrendo… un solo scopo, far sì che quello che io ho vissuto il 18 maggio altri non lo vivano più”. Ricordiamo che l’imprenditore monzese che nel 2018 era salito alla ribalta delle cronache nazionali, ribattezzato come l’imprenditore “fallito a causa dello Stato” dal quale vantava crediti per 4 milioni di euro, rispetto ai 2 di debiti nei confronti dello Stato stesso. Il pagamento da parte dello Stato non è mai arrivato: Bramini ha perso l’azienda e anche la villa di famiglia.
Confedercontribuenti ritiene che sia la legge Bramini sia il PNRR vadano riviste entrambi.
Il Segretario nazionale di Confedercontribuenti, Ettore Minniti, sostiene che: “occorre tutelare sia i creditori, soprattutto se questi sono fornitori appartenenti a PMI, sia il debitore incolpevole. Se il credito è delle banche allora bisogna fare ragionamenti diversi, alla luce delle nuove procedure della composizione della crisi e dell’insolvenza, che tendono a tutelare la figura del debitore in modo particolare con gli istituti a tutela dei soggetti privati e delle piccole e medie imprese”.
Opportuno oggi ricorrere all’istituto della mediazione, allo scopo di garantire una equità tra le esigenze del creditore e del debitore, in un periodo di crisi economica e sociale come quello attuale, alla luce anche delle indicazioni date dalla BCE alle banche per attivare le procedure per il recupero degli Npl (crediti deteriorati) che oggi viene a scontrarsi con questa norma.
La cosiddetta Legge Bramini ha svolto un ruolo importante e non va smantellata nel suo impianto normativo, ma essa non è esaustiva perché rimanda nel tempo la sofferenza del malcapitato e non è risolutiva del problema.
Chiara la posizione in tal senso di Confedercontribuenti: “Noi crediamo che il diritto all’abitazione – dichiara Carmelo Finocchiaro, presidente della Confederazione – è un diritto sacrosanto e costituzionalmente protetto. Riteniamo che con il PNRR questo diritto è messo in dubbio, gradiremmo avere maggiori garanzie. Lo Stato deve garantire un’abitazione a chi è stato sfortunato, com’è per gli esecutati o sfrattati, perché una volta persa la casa costoro rimangono in mezzo alla strada, così va considerata la nostra proposta di legge a tutela di quest’ultimi. Lo Stato deve attuare e finanziare il “piano salva casa”, in modo tale che l’esecutato possa contribuire secondo il proprio reddito, evitando ove possibile che l’abitazione vada all’asta”.
Si prospetta all’orizzonte una dura lotta per la difesa dei diritti dei più deboli.