Confedercontribuenti: In Italia libertà di impresa, siamo tra gli ultimi al mondo


Questo è un paese dove la libertà economica è inferiore a quello dell’Azerbaijan, dell’Oman, del Ruanda o del Kazakistan. Lo certifica se mai ce ne fosse stato bisogno l’Index of Economic Freedom 2014, redatto dal think-thank americano “Heritage Foundation” in collaborazione con The Wall Street Journal. Un quadro terribile che vede l’Italia piazzarsi tra i Paesi “per lo più liberi”, soltanto a 4 posizioni da quelli “non-liberi”. Il punteggio è infatti appena sufficiente: 60,9 su 100. E il risultato non può che essere critico: siamo 86mi (su 178) al mondo e 35mi in Europa (su 42).

Le tasse
Ma il giudizio negativo sul nostro Paese non dipende soltanto da una regolamentazione soffocante, dal mercato del lavoro inflessibile e da una corruzione dilagante. A tutto questo infatti si aggiungono i lacci e lacciuoli burocratici, le alte tasse e la spesa pubblica esorbitante. Stando al rapporto, infatti, sono soprattutto questi i parametri che affossano il nostro indice di libertà economica. E, peraltro, a livelli incredibili. Prendiamo il parametro che misura l’incidenza di tasse e spese governative: l’Italia raccoglie un imbarazzante 25,6 posizionandosi addirittura alla posizione 166 al mondo. Un risultato a cui, come se non bastasse, fa eco il secco (e tutt’altro che roseo) commento degli osservatori, secondo cui “l’aliquota dell’imposta sul reddito individuale è superiore del 43% e il tasso di imposta sulle società è superiore del 27,5%”. Tasse troppo alte, dunque, che comportano un onere fiscale complessivo pari al 43% del Prodotto interno lordo. A tutto questo si aggiunge una spesa pubblica pletorica “pari a circa il 50% dell’economia nazionale”.

Troppa burocrazia
Ma non è tutto. Ad essere condannata, infatti, è anche la struttura burocratica italiana che spesso soffoca soprattutto le pmi. Non a caso non riusciamo nemmeno a strappare la sufficienza (55,5). Troppe direttive, troppe leggi, troppi regolamenti che spesso creano solo confusione e che – questo è certo – rendono la libertà economica nient’altro che un miraggio.