A seguito del decreto di proroga della scadenza dei versamenti per i titolari di impresa, l’intervento a difesa delle imprese di Confedercontribuenti: “essere onesti e puntuali non premia: oltre al danno la beffa”
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan il giorno 20 luglio “Visto il decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, recante Norme di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e dell’imposta sul valore aggiunto, nonché di modernizzazione del sistema di gestione delle dichiarazioni e, in particolare, l’articolo 12, comma 5, il quale prevede che, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, tenendo conto delle esigenze generali dei contribuenti, dei sostituti e dei responsabili d’imposta o delle esigenze organizzative dell’amministrazione, possono essere modificati i termini riguardanti gli adempimenti dei contribuenti relativi a imposte e contributi dovuti in base allo stesso decreto; Considerate le esigenze generali rappresentate dalle categorie professionali in relazione ai numerosi adempimenti fiscali da porre in essere per conto dei contribuenti titolari di reddito di impresa e dei sostituti d’imposta e le modifiche normative che hanno inciso sulla determinazione dei versamenti delle imposte sui redditi ha decretato il differimento del termine di versamento delle imposte sui redditi al 20 luglio”.
Ma perché questa manovra visto che nei fatti non agevola né contribuenti e né commercialisti?
“Con questo ennesimo provvedimento il Governo non tiene assolutamente conto né della semplificazione e tantomeno delle esigenze delle categorie professionali. Così si mortificano ancora di più le imprese e i commercialisti. Come è possibile fare un decreto lo stesso giorno di scadenza proroga e senza pensare alle imprese che nonostante la crisi, hanno versato al 30 giugno la rata? Essere contribuente puntuale e onesto in Italia si conferma purtroppo una vera beffa perché si è costretti a fare il ravvedimento. Se il contribuente ha rispettato la scadenza del 30 giugno per il pagamento della prima delle 6 rate previste, ora con il nuovo piano di rateizzazione frazionato invece a 5 mesi la rata da lui versata risulterà insufficiente pertanto nonostante sia stato corretto a causa di questo decreto criminale si ritroverà inadempiente. Con tanti problemi che ci sono legati al fisco e alle imprese questo governo alimenta sempre più malcontenti e delusioni legati alla burocrazia che colpisce sempre il contribuente più debole. ” – interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.
Perché anziché fare questo decreto criminale non ha posto rimedio alla rottamazione delle cartelle?
Ci sono ancora molti contribuenti che non hanno ricevuto i modelli di rottamazione oltre alle imprese creditrici dello Stato che attendono un decreto sulla compensazione dei crediti per la rottamazione.