di redazione
Ancora una volta il legislatore tartassa il contribuente con norme vessatorie, illegittime e molto probabilmente anticostituzionali.
L’estratto di ruolo non potrà essere più impugnato, mentre il ruolo e la cartella saranno impugnabili per vizi di notifica unicamente in certe circostanze.
Questo il contenuto dell’emendamento alla legge di conversione del decreto-legge n. 146 del 21 ottobre 2021 (Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili) licenziato il 30 novembre u.s.
Da più parti si ritiene che tale norma leda il diritto di difesa del contribuente. Incredibile ma vero! La patria del diritto alla mercé dei potentati economico-finanziari.
In questo momento don Luigi Sturzo si sta rivoltando nella tomba, ed è il caso di richiamarne a gran voce il pensiero su etica, politica e finanza: egli riteneva dannoso il conflitto sociale ed auspicava un armonico accordo fra il capitale e il lavoro. Come uomo di pensiero e, soprattutto, come uomo d’azione, don Sturzo ha dimostrato che politica ed economia possono produrre buoni risultati solo se non calpestano, ma rispettano, i valori morali.
Ritornando al disastro del Testo Unico di riscossione (Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, recante “Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito”), articolo 12 (“Formazione e contenuto dei ruoli”), in sede di conversione, in Senato, del decreto cosiddetto “Fisco-Lavoro”, è stato introdotto un ulteriore comma, che reca una duplice previsione: 1) l’estratto di ruolo non è impugnabile; 2) il ruolo e la cartella di pagamento che si assume invalidamente notificata possono essere impugnati in modo diretto unicamente in tre ipotesi: pregiudizio per la partecipazione a una procedura di appalto, blocco di pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione; perdita di un beneficio nei rapporti con una P.A.
Con la vecchia normativa il contribuente che veniva a conoscenza di un eventuale iscrizione a ruolo, per cui non aveva ricevuta alcuna notifica, aveva la facoltà di impugnare l’estratto di ruolo, prima di eventuali azioni da parte del creditore o dell’emissione della cartella creditizia.
L’emendamento approvato, inserito nel testo di legge, stabilisce che l’estratto di ruolo non risulterà più impugnabile e, pertanto, nei casi di invalidità della notifica si potranno impugnare il ruolo e la cartella soltanto nelle tre circostanze contemplate dall’emendamento.
Confedercontribuenti esprime tutta la sua contrarietà a tale norma e chiede al legislatore di fare un passo indietro ed eliminare tale disposizione di legge, fortemente discriminatoria per i contribuenti.
Non esiste in tal senso un contro-bilanciamento dei contrapposti interessi tra esigenze deflattive del contenzioso tributario e il diritto alla difesa dei contribuenti.
“Si tratta di una norma capestro – ha dichiarato Carmelo Finocchiaro, presidente della Confedercontribuenti – a pagarne le conseguenze saranno le aziende che, magari, desiderano partecipare ad un bando pubblico e si accorgono che sull’estratto di ruolo esistono eventuali debiti per cartelle mai notificate conto corrente. Non possono più partecipare. In questo caso non si potrà impugnare l’estratto, ma il ruolo e la cartella mai notificata. Questo significa uccidere le aziende!”.
La Confedercontribuenti ritiene che il legislatore debba porre immediatamente rimedio a questa ghigliottina normativa.
Oggi l’Italia sarebbe migliore se le proposte di politica economica fatte da Sturzo fossero state seguite: “Il buon governo esige buona cultura”, era solito dire.