“Nonostante ci sia la possibilità di non gravare sulle aziende, da un punto di vista contributivo, di fatto le aziende sono costrette a versare i contributi in assenza di riferimenti attuativi ben precisi per una precisa responsabilità prima della tecnocrazia comunitaria e poi degli eterni ritardi dell’INPS, che non rispettando i suoi doveri istituzionali non emana in tempi utili codici e norme operative”.
A sostenerlo è il presidente nazionale della Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale denuncia “lo stallo e l’inoperatività di una legge utile per le imprese colpite dalla pandemia. Seppur dall’inizio abbiamo comunque criticato aspetti della stessa norma che in molti casi risulta estremamente penalizzante per chi ha avuto la sfortuna di una assunzione a tempo indeterminato nel passato e poi per la chiusura dell’azienda ha cessato il rapporto di lavoro. Infatti questa norma non gli consente l’utilizzo di questa agevolazione. Detto questo –afferma ancora il presidente Finocchiaro- oggi queste agevolazioni restano solo sulla carta, con una grave penalizzazione delle imprese e dunque per la ripresa del mercato del lavoro, nel momento in cui invece bisognerebbe ‘intervenire’ su misure strutturali e non su bonus a ‘cascata’. Ecco perchè serve che il nuovo Governo faccia un vero cambio di passo che consenta di superare il periodo emergenziale, lavorando ad una seria riduzione del cuneo fiscale”.
Fonte: Citymilano