«Questa di marzo 2024 è la decima ‘inversione’ di segno nei dati export extra-Ue a partire dall’aprile scorso. La variabilità è quindi l’elemento distintivo e preminente con cui le nostre imprese devono confrontarsi nell’attuale scenario economico”. Lo sottolinea in una nota il presidente di Ice Agenzia, Matteo Zoppas, commentando i dati dell’export Extra-Ue di marzo diffusi dall’Istat. E spiega: “A marzo 2024, infatti, le esportazioni italiane verso i mercati Extra Ue si sono ridotte del 4,5% rispetto a febbraio 2024 (mese che aveva segnato un +7,6% nei confronti di gennaio). La rilevazione Istat sottolinea che il dato complessivo è condizionato in gran parte dalle operazioni di elevato impatto (cantieristica navale) registrate nel mese di febbraio: al netto di queste operazioni, pur permanendo il segno negativo, la flessione si riduce sensibilmente (-0,8%), grazie al buon aumento delle esportazioni dei beni di consumo durevoli (+14,0%)”. Prosegue nell’analisi Zoppas: “Rispetto ad un anno fa (marzo 2023), le esportazioni verso i mercati extra UE si sono ridotte del 5,7% (in controtendenza rispetto al +2,8% di febbraio 2024 su febbraio 2023). È una flessione che riguarda praticamente tutti i mercati a eccezione della Turchia (+33,0%), dell’America centro-meridionale (+2,7%) e del Medio Oriente (+4,8%). Segna una battuta di arresto (-6,7%) la crescita che aveva caratterizzato l’export verso gli Stati Uniti, mentre prosegue la “normalizzazione” del dato della Cina, che rientra dal boom di esportazioni di beni farmaceutici di un anno fa”
Nel primo trimestre 2024, rispetto al precedente, continua, “l’export registra una contrazione dello 0,9%. Nonostante ciò, l’avanzo commerciale con i paesi extra Ue rimane saldamente positivo, passando dai 6,8 miliardi del primo trimestre 2023 agli attuali 15,5 miliardi. Queste oscillazioni confermano l’estrema volatilità della situazione internazionale. A fronte di ciò, il risultato di questi primi tre mesi, messo a segno dall’export Made in Italy, è ancora positivo se teniamo conto che siamo a +34% rispetto al 2019 e alla stagione dei cigni neri. Le incognite che hanno caratterizzato questi ultimi dieci mesi e il conseguente clima di attesa da parte dei consumatori rimangono ancora attuali e probabilmente continueranno a condizionare le dinamiche economiche dei prossimi mesi. È quindi ancora prematuro poter indicare un trend strutturale per l’export 2024”. (AGI)
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