Come stanno andando le "Immuni" d'Europa


AGI – Concepite per contrastare la diffusione del virus attraverso la tracciabilità automatica dei contatti nel rispetto della privacy, le applicazioni anti Covid-19 sono meno efficaci rispetto a quanto auspicato a causa dell’insufficiente numero di persone che le hanno scaricate sul proprio smartphone. Ecco un elenco degli alterni successi e insuccessi nel vecchio continente.

Francia

La app StopCovid lanciata all’inizio di giugno dal governo francese e’ stata scaricata da 2,3 milioni di persone, su 67 milioni di abitanti, e ha permesso di notificare soltanto 72 contatti a rischio, con 1.169 utilizzatori positivi. Il protocollo “centralizzato” è incompatibile con la maggior parte delle app degli altri paesi, tutte decentralizzate, e anche per questo StopCovid è stata considerata poco utile.

Germania

L’app tedesca, lanciata in giugno, “non è la panacea ma uno strumento prezioso in più per individuare e interrompere le catene dell’infezione” aveva detto il portavoce del governo Merkel, Steffen Seibert. In un paese in cui il rispetto dei dati personali è considerato fondamentale, la app è stata comunque bene accolta e scaricata (dati al primo settembre) 17,8 milioni di volte (i tedeschi sono circa 83 milioni). Dall’inizio del suo funzionamento, sono state segnalate diverse centinaia di contagi.

Islanda

Circa il 40% degli islandesi utilizzano la applicazione e anche i turisti vengono incoraggiati a scaricarla, sia per controllare i contatti, sia perche’ contiene i link con diversi documenti legati al Covid e una chat di informazioni. Diversamente da tutte le altre app europee, quella islandese permette di rintracciare gli spostamenti degli individui quando si verificano casi. Con l’autorizzazione dell’utilizzatore, registra anche la sua posizione.

Italia

Immuni è stata scaricata 5,4 milioni di volte, ovvero dal 14% dei potenziali utilizzatori (che escludono dai 60 milioni di italiani tutti i minori di 14 anni e coloro che non hanno un telefono portatile). Fra il 1/mo giugno e il 31 agosto si sono dichiarati positivi in 155.

Norvegia

In giugno le autorità sanitarie norvegesi hanno sospeso l’app locale su indicazione dell’organismo nazionale di protezione dei dati. È in corso di elaborazione una nuova versione con l’obiettivo di lanciarla entro Natale, forse basata sulle tecnologie di Google o Apple.

Portogallo

La app è stata lanciata solo pochi giorni fa, a inizio settembre, e suscita la preoccupazione delle associazioni per un possibile uso scorretto dei dati personali. Sono circa 800 mila, su 10 milioni di portoghesi, quelli in possesso di un telefon su cui non si riesce a installare la app per incompatibilità tecnica.

Regno Unito

A metà giugno, è stata abbandonata una prima versione della app britannica, basata su una soluzione centralizzata e considerata inefficace. Ora il governo ha deciso di adottare un approccio diverso ma per ora non è disponibile nessuna app nella maggior parte del Regno. Solo nella provincia dell’Irlanda del Nord c’è un’app, lanciata il 31 luglio e scaricata oltre 300 mila volte in meno di un mese.

Svizzera

La app SwissCovid, è stata lanciata in via sperimentale a partire dal 25 maggio. È stata scaricata 2,3 milioni di volte su una popolazione di 8,5 milioni, ed è utilizzata da circa 1,6 milioni di svizzeri. All’inizio di questo mese, 56 codici che indicavano un contagio sono stati registrati ogni giorno. 

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Fonte: estero agi