AGI – Il coronavirus e le misure di contenimento hanno scatenato “una crisi senza precedenti nella storia recente, che mette a dura prova l’organizzazione e la tenuta dell’economia e della società”. A dominare è “l’incertezza” sul futuro e i tempi e i modi della ripresa sono “difficili da prevedere”.
Il Pil potrebbe cadere quest’anno tra il 9 e il 13%, gli effetti sull’occupazione “anche se in Italia sono contenuti”, si sono fatti sentire con la perdita di 300.000 posti. I più colpiti sono i giovani su cui dobbiamo “puntare e investire”.
I settori più colpiti
Effetti pesanti su tanti settori in particolare trasporti, turismo e commercio. Sono alcuni dei principali passaggi del discorso del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nelle considerazioni finali sul 2019.
Ma il messaggio finale invita a “non perdere la speranza” perché, incalza il numero uno di via Nazionale, “insieme ce la faremo”.
Per la prima volta il salone di Palazzo Koch resta semi vuoto, circa 40 persone (distanziate e con mascherina) hanno ascoltato le parole di Visco. In prima fila, tra gli altri, Mario Draghi, cui il governatore ha rivolto un affettuoso saluto.
È il segno più evidente che la pandemia di coronavirus ha mutato abitudini e tradizioni, ma nonostante le “profonde ferite” subite, evidenzia Visco, il Paese può superare questa crisi: ha “punti di forza”, ma deve “rompere le inerzie del passato e recuperare una capacità di crescere che si è da troppo tempo appannata”.
Scarica le considerazioni di Visco
Il governatore fa appello all’unità e alla collaborazione tra tutti: “Serve un nuovo rapporto tra Governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile; possiamo non chiamarlo, come pure è stato suggerito, bisogno di un nuovo ‘contratto sociale’, ma anche in questa prospettiva serve procedere a un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo”.
I punti principali del discorso di Visco
Quando cadrà il Pil
I tempi e i modi della ripresa dopo la crisi causata dal coronavirus sono “difficili da prevedere”. Bankitalia traccia due diversi scenari per l’economia italiana da cui si evince che il Pil per il 2020 potrebbe scendere tra il 9 e il 13%. Il secondo scenario è più negativo ma “non estremo”.
Se nel primo trimestre il Pil ha registrato una flessione dell’ordine del 5%, “gli indicatori disponibili ne segnalano una caduta ancora più marcata nel secondo”.
Quanti posti di lavoro si sono persi
La recessione avrà “significative ripercussioni sul mercato del lavoro. Rispetto ad altri Paesi gli effetti sull’occupazione sono contenuti in Italia dalla sospensione dei licenziamenti e dall’ampio ricorso alla Cassa integrazione guadagni, che ha finora coinvolto circa sette milioni di lavoratori, quasi la metà dell’occupazione privata alle dipendenze. La partecipazione al mercato del lavoro è caduta di quasi 300.000 unita’.
La caduta dell’attività economica colpirà soprattutto i giovani che si affacciano al mondo del lavoro e i limiti di liquidità tra le famiglie a reddito basso possono portare a un aumento “significativo” di chi non riesce a mantenere “standard di vita accettabili”.
Trasporti, turismo e commercio in ginocchio
L’impatto dell’epidemia sui vari settori “non è stato omogeneo”: “gravi ripercussioni hanno inevitabilmente colpito comparti non direttamente interessati dalle misure di contenimento, in particolare i trasporti”.
Altri comparti direttamente colpiti sono il turismo, per cui si prospetta “un recupero solo parziale nella seconda metà di quest’anno e nel prossimo”; la ristorazione e le attività culturali; il commercio dove si è intensificato l’uso dei canali di vendita digitali, “un processo che comporta nuove opportunità, ma anche costi di transizione e tenderà a premiare le aziende più innovative”.
Il debito è sostenibile?
“La sostenibilità del debito pubblico non è in discussione, ma il suo elevato livello in rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l’aumento”.
Chi paga per l’evasione fiscale?
“Ciò che soprattutto ci differenzia dalle altre economie avanzate è l’incidenza dell’economia sommersa e dell’evasione, che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanti rispettano pienamente le regole.
Le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che ne derivano si riverberano sulla capacita’ di crescere e di innovare delle imprese; generano rendite a scapito dell’efficienza del sistema produttivo”.
Lo Spread btp/bund è giustificato?
Lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi è ancora quasi il doppio di quelli di Spagna e Portogallo, su valori che non trovano giustificazione nei fondamentali della nostra economia, che pure sono da consolidare e sui quali dobbiamo costruire”.
Le banche sono in grado di sostenere il bisogno di liquidità?
“Le banche italiane si trovano ad affrontare la crisi in una posizione di maggiore forza rispetto a quella in cui si trovavano prima della doppia recessione del 2008-2013” e non si sono registrate tensioni sul fronte della liquidità.
Per Visco, “anche grazie al rafforzamento conseguito negli ultimi anni e agli interventi di rifinanziamento della banca centrale, il sistema bancario è oggi in grado di sostenere le ingenti esigenze di liquidità delle famiglie e delle imprese”.
Ci sono ritardi sui prestiti garantiti?
“Nell’erogazione di prestiti assistiti da garanzie pubbliche si riscontrano frizioni”. Visco è però “fiducioso che nelle prossime settimane, con la cooperazione di tutti i soggetti coinvolti, si registreranno miglioramenti decisivi nell’afflusso di risorse all’economia”.
La Bce ha dfatto tutto il possibile?
“La Bce ha agito con decisione, immediatezza e piena efficacia” e ha preso misure di politica monetaria “senza precedenti”. Secondo il governatore, “vi è la necessità di contrastare il rischio, rilevante, che la marcata caduta dell’attività economica e la bassa inflazione osservata si traducano in una riduzione permanente di quella attesa o in un possibile riemergere della minaccia di deflazione”.
Quanto è importante il Recovery plan
“L’importanza della recente proposta della Commissione non sta nella sostituzione di un prestito con un trasferimento, ma nell’assunzione collettiva di responsabilità per il finanziamento della ripresa: sarebbe il primo passo verso un’unione di bilancio e il completamento del disegno europeo“. In ogni caso, avverte Visco, “I fondi europei non potranno mai essere ‘gratuiti'”, in quanto “il debito europeo è debito di tutti e l’Italia contribuirà sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perché è la terza economia dell’Unione.
Vedi: Come sarà il nostro futuro secondo Bankitalia
Fonte: economia agi