Erano gli anni di piombo per l’Italia. La rivolta tenne tutto il Paese col fiato sospeso per gli ostaggi sotto minaccia armata, liberati con un blitz eroico del Gis dei carabinieri.
Il pomeriggio di domenica 28 dicembre, inizia la sollevazione dei detenuti nel carcere speciale di Trani. Dopo l’ora d’aria, il brigatista Seghetti afferra il capo delle guardie, dando il via alla rivolta nella sezione speciale del penitenziario. Una settantina di detenuti cattura le altre guardie e si asserraglia nella sezione. Inizia il braccio di ferro tra detenuti e autorità.
“I proletari prigionieri di Trani, organizzati nel comitato di lotta, hanno occupato militarmente una parte consistente di questo carcere speciale e catturato alcuni agenti di custodia. In questo modo i proletari prigionieri di Trani si dialettizzano con le Brigate Rosse trasformando l’aguzzino D’Urso in un loro prigioniero”. Giovanni D’Urso è un alto funzionario del Ministero della Giustizia con incarichi particolari sulle carceri speciali, sequestrato dalle BR a Roma il 12 dicembre.
Le richieste formulate dai rivoltosi sono importanti ed, in parte, riguardano tutti i detenuti: la chiusura dell’Asinara; l’abolizione delle carceri speciali; l’abbreviazione della carcerazione preventiva; l’abolizione del fermo di polizia.
Lo Stato, la politica e i governanti sono decisi a mantenere una linea durissima, la “linea della fermezza” (altri tempi, altri ministri).
Nel pomeriggio del giorno dopo, il carcere viene preso d’assalto dai gruppi d’intervento speciale (Gis), coordinati dal generale dei carabinieri Enrico Galvaligi, che, calandosi nel carcere dagli elicotteri ed impiegando bombe a magnesio e un notevole volume di fuoco, risolvono, in breve tempo, la rivolta, senza conseguenze sanguinose sia tra gli ostaggi che tra gli stessi rivoltosi, oltre che tra gli stessi Carabinieri.
Le Br reagirono: solo due giorni dopo, la sera di capodanno, Pietro Vanzi e Remo Pancelli uccisero il generale Enrico Galvaligi.
È un dovere civico ricordare la memoria storica di un periodo difficilissimo per il nostro Paese, passata anche attraverso l’episodio drammatico di Trani. Per fortuna in quel caso senza vittime.