…Come Oggi 20 Gennaio1945. F.D. Roosevelt presidente Usa per la quarta volta


20 GENNAIO 1945. F.D. ROOSEVELT  PRESIDENTE USA PER LA QUARTA VOLTA

di Gianni De Iuliis

Il 20 gennaio 1945, a mezzogiorno, con la cerimonia d’ insediamento del presidente degli Stati Uniti d’America, inizia ufficialmente il quarto mandato alla presidenza di Franklin Delano Roosevelt. Fu l’unico presidente degli Stati Uniti a ricoprire la carica per più di due mandati. Vinse infatti le elezioni presidenziali per quattro volte (1932, 1936, 1940, 1944), rimanendo in carica ininterrottamente dal 1933 fino alla sua morte, nell’aprile del 1945. Gli statunitensi si sono trastullati in un’attività piuttosto ricorrente (iniziata nel 1948 e proseguita con regolarità fino ai giorni nostri): la classifica storica dei presidenti degli Stati Uniti d’America. Il ranking è il risultato di sondaggi rivolti agli storici accademici e agli studiosi di politologia che si sono espressi sui risultati economico-sociali, sulle grandi scelte di politica estera e interna, sul carisma e sulla leadership, su eventuali errori e fallimenti. In testa a tali classifiche si è quasi sempre posizionato Franklin Delano Roosvelt.

Egli governò gli USA in due dei momenti più drammatici di tutta la loro storia: il periodo immediatamente seguente alla crisi del 1929 e durante la Seconda Guerra Mondiale. Riuscì a far risorgere gli Stati Uniti dalla grave crisi economica e sconfisse il Nazismo, conducendo il suo Paese al ruolo di prima superpotenza mondiale e di guida politica, economica e culturale dell’Occidente.

Il crack in Borsa del 1929 e la conseguente Grande Depressione squalificarono, di fronte all’opinione pubblica, gli ambienti capitalistici e finanziari statunitensi. L’ondata di sfiducia colpì anche il Partito Repubblicano, al governo del Paese ininterrottamente dal 1920.  Nelle elezioni del 1932 vinse infatti il Partito Democratico, rappresentato proprio da Franklin Delano Roosevelt. Il candidato democratico era sostenuto da uno schieramento di forze in cui i lavoratori erano largamente rappresentati.

Propose agli USA il New Deal (Nuovo Patto), con l’aiuto di un trust di cervelli, di collaboratori competenti e progressisti, di intellettuali ed economisti che nei primi mesi della sua presidenza lo aiutarono a sottoporre il paese a una vera e propria terapia intensiva di provvedimenti ispirati alle idee di Keynes, il più qualificato e famoso dei suoi collaboratori.

Punto fermo del programma era la decisione di affrontare la crisi mediante un massiccio intervento del pubblico e mediante l’impegno a dirigere le attività economiche e a dirimere i contrasti sociali. Concezioni di politica e di economia moderne, che rappresentarono una rivoluzione nella cultura statunitense, attenuando il sistema capitalistico ortodosso (più democratico, riformatore, meno individualista), passando da un esasperato liberismo a un liberismo più temperato, con un’economia guidata dallo Stato.

Alcuni provvedimenti presi dall’Amministrazione Roosevelt rappresentano ancora oggi un business case. Si partì con la stampa di banconote, il controllo del sistema bancario, la svalutazione del dollaro del 40% e conseguentemente un’opera di sistematico contenimento e controllo dell’inflazione. In tale maniera s’incrementarono gli investimenti, si attenuò la disoccupazione e aumentarono i consumi. Nel contempo si procedette con una dura lotta all’evasione fiscale e un’elevata tassazione per i ceti più abbienti. Un altro aspetto della politica economica conseguente al New Deal fu la difesa dei salari minimi e dei contratti di lavoro, la difesa dei sindacati e l’obbligo per gli imprenditori della concertazione. Infine ci fu un ingente programma di lavori pubblici per sostenere l’occupazione. Nel 1936 fu superata la Grande Depressione.

Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale Roosevelt abbandonò le posizioni isolazioniste, facendo votare al Congresso una serie di provvedimenti con cui si abbandonava la politica della neutralità e si forniva concreto sostegno agli Alleati, contro Hitler. Un esempio evidente fu l’approvazione della legge affitti e prestiti,con la quale si aiutavano militarmente gli stati impegnati contro Hitler. Inoltre Churchill e Roosevelt firmarono la Carta Atlantica, un patto con cui fissarono principi democratici e liberali da applicare subito dopo la Guerra. Dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbour, Roosvelt dichiarò guerra al Giappone (alleato di Hitler e terza forza del Patto tripartito tra Germania, Italia e Giappone) e assunse il comando delle forze armate statunitensi, entrando in guerra a fianco degli alleati e modificando radicalmente gli equilibri del conflitto.

La storia quindi è nota. La morte improvvisa per emorragia cerebrale il 12 aprile 1945 gli impedì di vedere la vittoria sulla Germania e sul Giappone e la nascita delle Nazioni Unite, al cui progetto stava lavorando negli ultimi tempi.

Infine Hiroshima e Nagasaky ad agosto dello stesso anno, quattro mesi dopo la sua morte, presidente il suo vice Truman, che gli successe immediatamente. La storia non prevede una risposta a tale interrogativo: che cosa sarebbe successo, il Presidente ancora vivo? Avremmo avuto ugualmente Hiroshima e Nagasaky?