… Come Oggi. 14 e 15 gennaio 1968 il terribile terremoto del Belice.


 di Adres

Nel gennaio 1968 la Sicilia occidentale viene interessata da una serie di scosse di terremoto.

Ha inizio così un lungo periodo sismico che interessa la Sicilia Occidentale fino al febbraio del 1969, e le cui scosse più forti si registrano proprio tra il 14/15 e il 25 gennaio 1968.

La prima forte scossa si avvertì nelle prime ore pomeridiane del 14 gennaio, con gravi danni nei comuni di Montevago, Gibellina, Salaparuta e Poggioreale; poco dopo nelle stesse località ci fu un’altra scossa molto forte. Due ore e mezza più tardi ci fu una terza scossa, che causò danni gravi oltre che nei comuni già citati anche a Menfi, Partanna, Salemi, Santa Margherita Belice, Santa Ninfa e vita.

Il colpo di grazia durante la notte del 15 gennaio, una scossa molto violenta causò gravissimi danni e si sentì fino a Pantelleria. E un’ora dopo un’altra scossa più forte che causò gli effetti più gravi. A questa seguirono altre 16 scosse.

A causa del sisma, 231 persone perdono la vita e oltre seicento restano ferite. Il 90% del patrimonio edilizio rurale subisce danni irreparabili, con ripercussioni gravissime sull’economia quasi esclusivamente agricola dell’area. 

Come se non bastasse, il 25 gennaio un sisma pari all’8° grado della scala Mercalli travolge una squadra di soccorritori, provocando la morte tra i soccorritori e le forze di polizia.

Fin dalle prime luce dell’alba del 15 gennaio, si pose davanti il problema della gestione delle emergenze durante i terremoti per mancanza di coordinamento delle forze di soccorso che operarono in una situazione descritta dai protagonisti come infernale

Due anni dopo, nel dicembre del 1970, con la legge n. 996, nasce il concetto di Protezione Civile, anche se è nel 1982 che fu creato il Dipartimento della Protezione civile con a Capo l’onorevole Giuseppe Zamberletti.

Si afferma quindi il concetto di protezione civile intesa come predisposizione e coordinamento degli interventi e si individuano i compiti fondamentali affidati ai vari organi della protezione civile per una razionale organizzazione degli interventi e per far arrivare nel modo più rapido ed efficace i soccorsi alle popolazioni colpite.

Il terremoto del 1968 mise drammaticamente in evidenza come vi erano fette di territorio nazionale in cui i cittadini vivano in uno stato di arretratezza, soprattutto in quelle zone della Sicilia occidentale, in primo luogo nella stessa fatiscenza delle abitazioni le più realizzate in tufo, crollate senza scampo sotto i colpi del sisma. Le popolazioni di quei paesi erano composte in gran parte da vecchi, donne e bambini, tenuto conto che i giovani e gli uomini erano già da tempo emigrati in cerca di lavoro.

La ricostruzione, come il terremoto, è stata anch’essa uno tsunami. La burocrazia ha fatto danni come il sisma. Le organizzazioni mafiose hanno pascolato nell’inefficienza dello Stato.

Dopo decenni di interminabili lavori, la valle del Belice è stata ricostruita i cui centri urbani furonoin gran parte ricostruiti in luoghi distanti da quelli originari interessati dal terremoto: nuove abitazioni, infrastrutture urbanistiche e stradali hanno riportato condizioni di vivibilità ma hanno anche profondamente modificato il volto di quella parte della Sicilia, ma queta è un’altra storia.