AGI – Crescita dell’offerta online. Aumento delle consegne a domicilio. Sempre meno contanti e sempre più tecnologia. L’emergenza Covid non ha messo in crisi i narcotrafficanti ma li ha costretti a cambiare modus operandi. E loro lo hanno fatto presto e bene. A documentarlo è il Report sull’impatto della pandemia sul mercato internazionale della droga curato dall'”European monitoring centre for drug and drug addiction”. È presto per dire – ammettono gli analisti Europol – se le vecchie piazze di spaccio, con il passaggio furtivo della dose dalla mano del pusher a quella del cliente, siano destinate al tramonto ma è certo che in tempi di lockdown, anche parziali, e di controlli di polizia sempre più rigorosi, lo spaccio sta cambiando. Forse in modo definitivo.
I mercati del Darknet
La tendenza a rifornirsi in rete – soprattutto per cannabis e sostanze sintetiche – era segnalata da tempo ma in epoca di ‘distanziamento sociale’ sembra avere assunto nuovo slancio. Soprattutto all’ombra del darknet. Nel periodo di chiusura generalizzata comune a diversi Paesi le vendite di cannabis online sarebbero aumentate di quasi un terzo pur a fronte di ricavi inferiori, segno che cresce il numero degli acquirenti ma cala il valore degli ordini. Circostanza a ben vedere poco rassicurante, secondo l’Europol, visto che “a lungo termine, potrebbe tradursi nella familiarità di un numero sempre maggiore di consumatori con questo modo di rifornirsi delle sostanze preferite”.
L’evoluzione hi tech del mercato appare confermato anche dal ricorso in diversi Paesi europei ad App mobili e a sistemi crittografati, che complicano non poco il monitoraggio degli investigatori: una tecnica innovativa – usata nell’Est europeo ma esportata di recente anche nel Belgio e nel Regno Unito – è quella dei dead drops, con l’acquirente che accredita la somma pattuita al venditore e quest’ultimo che gli fa avere – magari usando i social o i servizi di messaggistica – le coordinate del luogo segreto dove trovare la droga.
Droga a domicilio
Sono tanti i pusher – secondo il Rapporto – che nelle città svuotate dalle restrizioni anti coronavirus hanno vestito i panni di distributori di prodotti alimentari, di fattorini e di addetti alla consegna di pizze per spostarsi in determinate fasce della giornata: numerosi i sequestri di certificati falsi, di pseudo furgoni commerciali e di falsi giubbotti aziendali. Il circuito del food delivery, sottolineano gli investigatori, era in realtà in uso già da prima della pandemia ma ora è sicuramente più battuto. In crescita anche le consegne di farmaci via posta: i trafficanti hanno puntato soprattutto sulla domanda di mascherine, guanti e gel igienizzanti per le mani nella speranza che per questo tipo di forniture, in tempo di emergenza, i controlli alle frontiere possano essere meno rigorosi. Un altro effetto collaterale delle restrizioni anticovid è la minore disponibilità di sostanze nelle carceri: l’Europol, sulla base di quanto accaduto sul perimetro di un penitenziario inglese, paventa che un canale alternativo di distribuzione possa diventare quello dei droni.ù
Come cambiano i consumi
A livello mondiale, la produzione e la grande distribuzione non sembrano risentire troppo della pandemia – e i carichi sequestrati sono addirittura cresciuti rispetto allo stesso periodo dell’anno passato – ma il Covid promette di incidere e non poco sulla qualità dei consumi. La domanda di cannabis – per “noia” o per “stress” – viene stimata in crescita mentre quella di cocaina, a lungo andare, potrebbe contrarsi in misura anche significativa: è una sostanza – spiegano gli esperti – di cui si fa un largo uso soprattutto in contesti ricreativi e le chiusure di locali, discoteche e pub oltre alla sospensione dei grandi raduni musicali non ne agevolano certo la distribuzione. Un ragionamento analogo potrebbe valere per droghe sintetiche, amfetamine e MDMA, pur a fronte di una produzione che – soprattutto in Olanda e in Belgio – resta molto sostenuta: localmente si segnala un sensibile calo dei prezzi al consumo, evidente tentativo di dare ossigeno al mercato. Quanto all’eroina, la dipendenza rende stabile la domanda ma le difficoltà di approvvigionamento registrate in alcune aree e in alcuni momenti potrebbero spingere gli assuntori a sostituirla con oppioidi sintetici e nuove sostanze psicoattive. O anche con cocaina, crack e amfetamine.
Vedi: Come cambia lo spaccio di droga ai tempi del coronavirus
Fonte: cronaca agi