Cnel: 20.000 donne nei centri antiviolenza chiedono aiuto


Sono circa 20mila le donne che hanno intrapreso un percorso di supporto e di aiuto da parte di un Centro antiviolenza nel 2022, in calo del 12% su base annua ma con un incremento dell’8% rispetto al 2017. È quanto evidenzia il Cnel nella Relazione annuale sui servizi pubblici diffusa lo scorso ottobre.
In Italia i servizi specializzati nella protezione delle donne vittime di violenza contano 385 Centri antiviolenza, a cui si aggiungono 431 Case rifugio, per un totale di 816 strutture. Nel corso degli anni si è registrato un incremento significativo, considerando che nel 2017 avevamo 253 Centri antiviolenza e 201 Centri rifugio, per un totale di 454 strutture. Tale crescita è stata particolarmente intensa nel Mezzogiorno, ma il divario tra Nord e Sud rimane elevato, con una distribuzione ancora a favore delle regioni settentrionali, dove è ubicato il 63% delle strutture.
La percentuale di Centri antiviolenza che garantiscono una reperibilità h24 è aumentata significativamente, dal 68,5% nel 2018 al 74,5% nel 2022. Le operatrici dei Centri sono passate da 4.403 a 5.916, con un incremento del 34%. In media vi sono 15,4 operatrici per Centro, di cui quasi la metà volontarie.
L’incidenza del volontariato risulta in calo, passando dal 56,1% al 48,7%. Circa due terzi dei Centri sono gestiti da enti privati del settore no profit, mentre il resto è promosso da enti locali, spesso in collaborazione con associazioni del territorio.
Su questi temi il Cnel ha in programma un convegno il prossimo 25 novembre, alle 15,30, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A margine dell’evento, alle 18,00, la facciata di Villa Lubin si tingerà di rosso, grazie all’illuminazione tecnica di Enel. (AGI)