I cambiamenti climatici incidono su ambiente e territorio in modo oramai così devastante da avere effetti anche sui prezzi al dettaglio, e anche a migliaia di km di distanza rispetto ai luoghi interessati dai fenomeni meteorologici. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) intervenendo sulla crisi del cacao che ha portato a un record delle quotazioni internazionali. La conseguenza degli effetti dei cambiamenti climarici è che per la stagione 2023/24 il deficit globale di cacao è salito a 462.000 tonnellate con il rapporto scorte/raccolta che ha toccato, secondo l’Organizzazione Internazionale del Cacao, i livelli più bassi degli ultimi 45 anni.
“Alla base dell’impennata dei prezzi di alcune materie prime vi sono i cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro pianeta – spiega il presidente, Alessandro Miani – periodi di siccità prolungata, incremento delle temperature medie associate a improvvise e intense precipitazioni, alterano profondamente l’ambiente e il territorio, decimando le produzioni agricole con effetti a cascata sull’offerta di alcune materie e, di conseguenza, sui prezzi al dettaglio”.
“Ed è esattamente ciò che sta avvenendo in alcuni dei principali paesi produttori di cacao – prosegue Miani – come il Ghana e la Costa d’Avorio, che secondo le stime dell’Organizzazione internazionale del cacao da soli rappresentano il 60% della produzione globale. Qui i raccolti, che necessitano di un equilibrio tra sole e pioggia, sono minacciati da lunghi periodi di siccità cui seguono piogge torrenziali che creano inondazioni e facilitano la diffusione di virus come il Cocoa swollen shoot virus disease (CSSVD), una malattia trasmessa da una specie di cocciniglia che porta alla morte delle piante e che, solo nel Ghana, ha già colpito il 17% di tutte le aree coltivate devastando oltre 500mila ettari di coltivazioni di cacao, diffondendosi anche in Costa d’Avorio”. (AGI)