Quasi il 15% degli americani nega che il cambiamento climatico sia reale. Lo rivela uno studio dell’Università del Michigan, pubblicato su Scientific Reports. I risultati sono stati ottenuti grazie ad un’analisi dei dati dei social media e all’impiego di uno strumento di intelligenza artificiale, che ha fornito una valutazione nazionale completa. È da tempo che gli scienziati hanno avvertito la popolazione globale sui rischi dovuti al riscaldamento climatico, come inondazioni, incendi, stress da calore, innalzamento del livello del mare e altro ancora. Sebbene la scienza sia solida e dimostri addirittura che i disastri naturali causati dall’uomo e legati al clima stiano aumentando in frequenza e intensità prima del previsto, il cambiamento climatico non è ancora del tutto accettato negli Stati Uniti. I ricercatori hanno utilizzato i dati di Twitter, l’attuale X, per il periodo compreso tra il 2017 e il 2019, e tecniche di AI per capire come i social media abbiano diffuso il negazionismo sui cambiamenti climatici e stimare i tassi di credenza e negazione dei cambiamenti climatici. Lo studio ha, inoltre, identificato i principali influencer, come l’ex presidente Donald Trump, e il modo in cui diffondono e cementano la disinformazione sui cambiamenti climatici, facendo leva su eventi mondiali e meteorologici. “Prima del progresso dell’intelligenza artificiale e dell’estrapolazione di dati dai social media, questo lavoro si basava su indagini costose e lunghe”, ha dichiarato Joshua Newell, professore e co-direttore del Centro per i sistemi sostenibili presso la Scuola per l’ambiente e la sostenibilità dell’U-M e autore senior dello studio. Utilizzando il Large Language Model di ChatGPT, i ricercatori hanno classificato più di 7,4 milioni di tweet geocodificati come “a favore” o “contro” il cambiamento climatico e hanno mappato i risultati a livello di Stato e di contea. Gli scienziati hanno poi impiegato modelli statistici per determinare il profilo tipico di coloro che non credono che il cambiamento climatico sia reale e hanno eseguito un’analisi per identificare la struttura della rete dei social media sia in relazione alla credenza che alla negazione del cambiamento climatico. Lo studio ha rilevato che, in linea con precedenti studi nazionali, il 14,8% degli americani nega che il cambiamento climatico sia reale e ha anche identificato i gruppi demografici e geografici in cui il negazionismo persiste. L’analisi dei tweet geocodificati ha rivelato che la fiducia nel cambiamento climatico è più alta lungo la costa occidentale e la costa orientale, mentre il negazionismo è più alto nelle zone centrali e meridionali del Paese, con oltre il 20% della popolazione di Oklahoma, Mississippi, Alabama e North Dakota.
I ricercatori hanno anche rilevato che la convinzione del cambiamento climatico può variare sostanzialmente all’interno degli Stati. Per esempio, in California, dove meno del 12% della popolazione non crede nel cambiamento climatico, la contea di Shasta, nel nord della California, ha registrato tassi di negazione del cambiamento climatico fino al 52%. Allo stesso modo, la percentuale media di negazionisti in Texas è del 21%, ma a livello di contea varia dal 13% della contea di Travis al 67% della contea di Hockley. I risultati mostrano che l’appartenenza politica gioca il ruolo più influente nel determinare se una persona creda o meno alla veridicità del cambiamento climatico, con un’alta percentuale di elettori repubblicani che hanno la correlazione più forte con i negazionisti. Inoltre, i ricercatori hanno riscontrato una forte connessione tra il negazionismo climatico e i bassi tassi di vaccinazione COVID-19, suggerendo un ampio scetticismo nei confronti della scienza. Altre variabili che influenzano l’opinione sul cambiamento climatico sono il livello di istruzione, il reddito e il grado di dipendenza dall’economia regionale dei combustibili fossili per la produzione di energia. “Ciò indica che le comunità con un’alta prevalenza di negazionisti del cambiamento climatico rischiano di ignorare altre raccomandazioni sulla salute o sulla sicurezza basate sulla scienza”, ha dichiarato Dimitrios Gounaridis, ricercatore presso il Center for Sustainable Systems dell’U-M e autore principale dello studio. La ricerca è anche la prima a identificare quali individui su X siano influenti nel plasmare la credenza o la negazione in relazione al cambiamento climatico e in quale misura. Inoltre, lo studio ha tracciato una mappa di come i negazionisti e i sostenitori del cambiamento climatico abbiano formato comunità per lo più separate all’interno del social X, creando camere d’eco che non interagiscono tra loro. I risultati mostrano che Trump ha la maggiore influenza, così come tre gruppi importanti che lo ritwittano assiduamente, il Daily Wire, Breitbart e Climate Depot, oltre a commentatori politici conservatori, come Ben Shapiro. “Nel periodo di studio, i post più ritwittati includono un post di Trump che mette in dubbio il cambiamento climatico a causa del tempo insolitamente freddo negli Stati Uniti e un altro in cui mette in discussione un rapporto delle Nazioni Unite sul clima”, ha affermato Newell. (AGI)
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