In Gran Bretagna spuntano ragni esotici dai colori, dimensioni e aspetti più diversi, in tutto 50 specie non autoctone arrivate da terre lontane col movimento globale di merci e persone. A favorire il loro proliferare è il riscaldamento globale che produce un clima sempre più ospitale Oltre Manica. Come riferito dal quotidiano The Guardian, tra le nuove specie avvistate c’è un ragno saltatore, identificato nel campus Penryn dell’Università di Exeter, in Cornovaglia. Il suo ‘parente’ più vicino conosciuto è l’Anasaitis milesae, lungo 3-4 mm, stabilito nei Caraibi, il che rende molto probabile che questa minuscola specie – insieme ad altre 17 specie di ragni saltatori non autoctoni – sia arrivata in Gran Bretagna da climi lontani. La nuova specie di ragno saltatore è stata scoperta da Tylan Berry, per conto della British Arachnological Society nel Devon e la Cornovaglia, durante un “bioblitz”, o censimento biologico, nel campus di Penryn. La specie insolita è stata confermata come nuova per la scienza e nominata da Dmitri V Logunov, un esperto di ragni saltatori, dell’Istituto zoologico dell’Accademia russa delle scienze. Tra i nuovi arrivi, decisamente più grandi, c’è lo Zoropsis spinimana, popolarmente noto come il falso ragno lupo, una specie mediterranea che prospera ormai nelle case di tutta Londra. Il falso ragno lupo si è diffuso a Ovest, fino al Somerset, e a Nord, fino a Newcastle, da quando è stato fotografato per la prima volta in Gran Bretagna nel 2008. In alcuni casi ha ricevuto un passaggio non solo sui container di spedizione globali, ma anche all’interno dei camper dei vacanzieri di ritorno dall’Europa continentale. A suscitare scalpore a causa delle sue dimensioni e della capacità, in teoria, di perforare la pelle umana con rapidi pizzichi dolorosi ma innocui, c’è anche lo straordinario ragno tubolare dalle zanne verdi (Segestria florentina), che per primo prese piede a Bristol e ora si trova in tutta la Gran Bretagna meridionale. La Cornovaglia e il Devon sono i due punti caldi per i nuovi ragni: grazie ai loro porti e al clima mite, con l’assenza di gelate in alcune aree, consente alle specie esotiche di sopravvivere all’inverno britannico. Tylan Berry ha identificato una vasta popolazione di un altro ragno non autoctono: il ragno domestico grigio (Badumna longinqua) a Plymouth, in un’area di 6 km quadrati, dove in alcuni punti è ormai la specie dominante.
Il ragno vive nelle aree urbane, risiede in grandi aggregazioni e tesse tele – simili a quelle di alcuni ragni nativi – su staccionate di legno e segnali metallici, comprese le fermate degli autobus. Questo grande ragno di colore marrone e ragno proviene dal Nuovo Galles del Sud, in Australia, ed è considerato una delle specie di ragno più invasive in alcuni Paesi in cui è stato introdotto accidentalmente, tra cui Giappone, Stati Uniti e Brasile. La specie in rapida diffusione non è ancora ben radicata nell’Europa continentale, ma si è spostata rapidamente attraverso la Gran Bretagna, da quando è stata avvistata per la prima volta nel 2021, prima a Washington, nel Nord-Est, poi nel Galles meridionale, a Nottinghamshire, Camborne e Newquay, in Cornovaglia. Molti dei primi avvistamenti erano avvenuti vicino a porti o centri di giardinaggio, suggerendo che questi ragni fossero arrivati su piante importate. “La fauna dei ragni della Gran Bretagna, insieme al resto della nostra fauna selvatica, sta cambiando più rapidamente che mai. Man mano che nuove specie esotiche si diffondono, in particolare al di fuori delle aree urbane, aumentano le possibilità che abbiano un impatto su specie autoctone meno comuni”, ha spiegato Helen Smith, responsabile della conservazione della British Arachnological Society. “Oltre a competere per le prede e per gli spazi abitativi, questi ragni possono portare con sé nuovi parassiti e malattie, un problema ben noto agli scoiattoli grigi e ai gamberi invasivi, ma molto poco studiato nei ragni”, ha sottolineato l’esperta. Del resto circa il 15% delle specie di ragni autoctone sono già a rischio di estinzione a causa della perdita di habitat e dei cambiamenti climatici. In futuro le specie non autoctone potrebbero aumentare i rischi che quelle locali dovranno affrontare. In Gran Bretagna sono stati registrati circa 50 ragni non autoctoni tra le 3.500 specie non autoctone stabilite nel Paese, la maggior parte delle quali sono state introdotte inavvertitamente dal movimento globale di merci e persone. Solo circa il 10-15% delle specie non autoctone sono considerate “invasive” – come gli scoiattoli grigi, il poligono giapponese e il calabrone asiatico o dalle zampe gialle – causando un impatto ambientale o umano negativo. (AGI)
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