Cinque cose che forse non sai sulla notte di San Lorenzo (e sulle stelle cadenti)


AGI – Il silenzio della notte, le luci che tagliano il cielo buio, l’illusione di un desiderio da realizzare: ci sono tutti gli ingredienti per rendere San Lorenzo la notte più magica dell’anno e la più suggestiva del calendario astronomico. E siccome è meglio essere al massimo in due al alzare il naso all’insù, San Lorenzo è forse uno degli appuntamenti estivi italiani più Covid free di tutti. Ma perché le stelle ‘cadono’ proprio il 10 agosto? E cosa c’entra San Lorenzo? Ecco 5 cose da sapere a fare bella figura sotto le stelle.

Le stelle cadenti

Il nome è improprio. Le scie luminose che vediamo solcare il cielo sono meteore, o meglio Perseidi. A metà agosto, infatti, la Terra lungo la propria orbita incontra i detriti dispersi dalla cometa Swift-Tuttle.

La data

Il picco di stelle cadenti si ha intorno al 12 agosto. La differenza tra le due date è dovuta al progressivo slittamento delle posizioni degli equinozi, su cui è fissato il nostro calendario, rispetto alle stelle fisse, dell’ordine di circa un giorno e mezzo per secolo. Ma se non avete avuto l’occasione di esprimere un desiderio in quelle sere, potete continuare a provarci le notti successive, con la Terra impegnata non solo con le Perseidi ma anche con lo sciame delle Delta Aquaridi, un fenomeno che inizia a luglio e termina intorno alla ventina di agosto.

Quante se ne contano

La frequenza massima di meteore osservabili in condizioni ottimali di circa 100/120 all’ora. Il 10 sera se ne stimano all’incirca 60/ all’ora. 

Cosa c’entra San Lorenzo

Gli agiografi, riporta Famiglia Cristiana, sono concordi nel riconoscere in Lorenzo il titolare della necropoli della via Tiburtina a Roma. E’ certo che Lorenzo e’ morto martire per Cristo probabilmente sotto l’imperatore Valeriano. Ma pare sia una leggenda il fatto che sia stato arso vivo. Tuttavia, la tradizione cristiana vuole che le stelle cadenti siano evocative dei carboni ardenti.

Le lacrime

Un’altra interpretazione vuole che le Perseidi siano le lacrime versate dal Santo durante il suo supplizio. E le lacrime sono anche quelle immaginate da Giovanni Pascoli nella sua “X agosto”, la poesia dedicata alla morte del padre. La sera del 10 agosto 1867, Ruggero Pascoli fu ucciso con una fucilata mentre tornava a casa dal mercato portando in dono due bambole per le sue bambine. Ed e’ il cielo intero, per il poeta, a piangere la scomparsa dell’uomo: “San Lorenzo, io lo so perche’ tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perche’ si gran pianto nel concavo cielo sfavilla”.  

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Fonte: cronaca agi