AGI – Rintuzza i proclami delle autorità sanitarie, annuncia il vaccino per gli adolescenti e promette la prossima venuta di un antivirale per combattere la malattia. È Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia dall’agosto del 2020, quando fu scelta in piena pandemia lasciando la guida dell’unità dedicata alle malattie rare che guidava da cinque.
Laureata in Medicina e specializzata in psichiatria, 47 anni, lavora da 17 nel settore farmaceutico. In passato è stata anche a capo della divisione medica malattie infiammatorie e immunologia. Dopo la laurea a “La Sapienza”, si è specializzata in psichiatria frequentando anche la University of California C di San Diego e, tornata a Roma, è stata riconosciuta come Board-Certified Psychiatrist dall’Università Tor Vergata. Il percorso nel mondo farmaceutico è iniziato in Lundbeck nel 2003 per poi approdare in Bms e in Wyeth, con crescenti ruoli di responsabilità, fino a entrare in Pfizer in seguito all’integrazione con Wyeth nel 2009.
Mercoledì ha annunciato che i primi risultati dei test sulla vaccinazione degli adolescenti “arriveranno a settembre, ma i dati sulla fascia di età tra i 12-16 anni sono molto promettenti”. “C’è una copertura immunitaria addirittura superiore alle fasce di età più alte”.
Ma su un altro fronte caldo, quello del posticipo della seconda dose, ha nuovamente invitato alla cautela: “Sull’allungamento dei tempi della somministrazione dal punto di vista della risposta immunitaria non ci sono dati”. Il vaccino dell’azienda farmaceutica con una somministrazione a 42 giorni per la seconda dose resta comunque sicuro ed efficace, ha aggiunto, pur precisando che “Pfizer non ha mai affermato un range di seconda somministrazione più ampio”.
“L’azienda ha ha sottoposto il prodotto alle autorità regolatorie per una prima somministrazione e una seconda a 21 giorni” ha detto ancora, “Questo quanto è stato approvato da Ema e di conseguenza da Aifa”. Il direttore medico di Pfizer Italia ha infine detto che al momento non ci sono dati ma solo “l’esperienza inglese che ha dimostrato che c’è una buona copertura immunitaria nella popolazione”.
“Stiamo lavorando a delle formulazioni più maneggevoli. Abbiamo appena sottoposto a Ema la possibilità di conservare il vaccino tra i 2 e gli 8 gradi per un mese una volta uscito dal box per il trasporto” ha spiegatio a proposito della prospettiva di una pillola che non sostituirà l’inoculazione. “La pillola di cui stiamo parlando – ha precisato – è un farmaco antivirale e quindi deve essere somministrato nel trattamento dell’infezione. Il vaccino si usa per la prevenzione. Sono due cose differenti e l’una non esclude l’altra”.
Marino è anche una strenua oppositrice alla sospensione dei brevetti dei vaccini. “Si rischia discontinuità nella fornitura delle dosi necessarie a combattere la pandemia e un calo nella qualità dei farmaci, per efficacia e sicurezza” ha detto e sull’efficacia dei preparati contro le varianti ha aggiunto che “i dati dimostrano che i farmaci disponibili sono validi e funzionano”.
“Dobbiamo studiare anche la necessità della terza dose – ha continuato -. Abbiamo i dati che dimostrano la copertura immunitaria a sei mesi, dobbiamo osservare i successivi sei mesi Potrebbe essere possibile una terza dose ma forse anche non necessaria, a meno che non intervengano eventuali varianti, in quel caso una dose ‘buster’ potrebbe essere utile. Sul vaccino annuale bisogna essere molto cauti, potrebbe essere necessario entro l’anno o magari entro due”.
Source: agi