AGI – Ciò che ha costretto Simone Biles a fermarsi durante le Olimpiadi di Tokyo 2020 ha un nome. “Soffro di twisties” ha ammesso l’atleta. È quello che le è successo martedì, durante l’esecuzione di una tecnica molto complessa durante la gara di atletica. Un “twistie” è un improvviso senso di vuoto che colpisce gli atleti durante una prova sportiva.
Sembra colpire soprattutto i golfisti, ma è un fenomeno già registrato anche nell’atletica, come testimoniano in queste ore le decine di messaggi via social arrivati a Biles.
I twisties vengono descritti come una improvvisa dissoluzione del senso dello spazio, una perdita di consapevolezza della propria presenza. Una condizione assai pericolosa per una ginnasta, che, se colpita da questa condizione durante un esercizio, potrebbe seriamente mettere a repentaglio la propria vita.
Per questo Biles ,lasciando le proprie compagne di squadra, ha detto loro di non voler “rischiare di farsi male, o fare qualcosa di stupido”. Poi ha parlato via social della sua salute mentale, che vuole mettere al primo posto, alludendo proprio ai twisties. “Devo salvarmi dai miei demoni”, aveva detto l’atleta americana.
Al centro Ariake, martedì scorso Biles aveva deciso di esibirsi con un Amanar, un salto molto complicato, con una torsione di due giri e mezzo. Il twistie sembra essersi manifestato al primo giro: “Non ho capito cosa è successo, non sapevo dove mi trovavo nell’aria, mi sarei potuta bloccare”, ha detto Biles in conferenza stampa. Poi l’intervento delle sue compagne: “Ci è preso un colpo quando abbiamo capito quello che stava succedendo”.
Questo fenomeno di “perdita del senso dello spazio” è “complesso”, spiega un allenatore francese all’Afp, ed è difficile da risolvere. Può essere “accentuato dalla pressione”. Il ginnasta che ne è vittima “scivola nella paura di perdersi”, e può farsi male seriamente. Nelle ultime ore, diverse ginnaste hanno raccontato sui social network di aver sofferto “twisties”. Può essere più o meno forte, e richiedere più o meno tempo per essere superato.
“Ho avuto i ‘twisties’ da quando avevo 11 anni. Non riesco a immaginare quanto spaventoso deve essere se accade durante una gara”, ha detto Aleah Finnegan, una ginnasta americana. “Non hai controllo sul tuo corpo e su quello che fa”, spiega, aggiungendo che è “difficile da spiegare a qualcuno che non fa ginnastica”.
La ginnasta svizzera Giulia Steingruber, specialista del volteggio, che partecipa alla finale all-around giovedì pomeriggio a Tokyo, ha anche raccontato di aver avuto un simile “blocco mentale” nel 2014. “Avevo molta paura” e “non riuscivo a scrollarmela di dosso”, ha raccontato in un documentario. “Ha dovuto rimparare tutto un po’ alla volta”, ha detto il suo allenatore.
La pressione, lo stress e l’ansia possono favorire la comparsa di queste “torsioni”. Simone Biles, cinque volte medaglia olimpica a Rio, ha parlato della pressione che ha subito per mesi, scrivendo sui social che è stato “come sentirsi il peso di tutto il mondo sulle spalle”. Il covid e il rinvio dei giochi, sembrano aver peggiorato la situazione.
Source: agi