"Cdp lavora ad offerta vincolante per Aspi entro febbraio", Atlantia vola in Borsa


AGI – Cdp sta lavorando ancora a un’offerta vincolante per Autostrade per l’Italia da presentare ad Atlantia e avrebbe chiesto tempo fino alla fine di febbraio: l’indiscrezione, anticipata da Bloomberg e confermata in ambienti finanziari, ha fatto impennare il titolo della holding con una sospensione per eccesso di rialzo e poi un guadagno attorno all’8% che lo ha portato sopra i 14 euro. Cdp, che sul dossier agisce assieme a Blackrock e Macquarie, finora ha presentato offerte che erano state ritenute insufficienti da Atlantia. Un’offerta vincolante era attesa per fine gennaio ma ora alla holding infrastrutturale sarebbe arrivata una comunicazione in cui la Cassa ha detto che entro febbraio presenterà una nuova proposta.

La lettera ad Atlantia

Il consorzio avrebbe già inviato una lettera ad Atlantia in cui conferma di voler presentare un’offerta “convincente” entro fine mese. Stando alle indiscrezioni, la holding Edizione della famiglia Benetton potrebbe aprire il capitale della holding Sintonia, che controlla Atlantia e Cellnex, a investitori terzi.  Il 5 febbraio si riunirà il cda di Atlantia per valutare la lettera.

Tra 8,5 e 9,5 miliardi

Secondo Bloomberg nella lettera di Cdp si fa riferimento a una valutazione tra 8,5 e 9,5 miliardi di euro, valore ritenuto insufficiente già in passato da Atlantia. In realtà, secondo quanto si è appreso, nella lettera inviata da Cdp ad Atlantia non sarebbe stata preannunciata nessuna nuova offerta per Aspi, ma solo una generica richiesta di tempo, fino a fine febbraio, per formularne una.

La lettera della Commissione europea

Le indiscrezioni sono arrivate nel giorno delle prime udienze per l’incidente probatorio sul crollo del ponte Morandi di Genova per determinarne le cause. Il 20 gennaio, inoltre, la Commissione Europea ha chiesto con una lettera chiarimenti al governo italiano sulle modifiche introdotte dal Decreto Milleproroghe (poi convertito in legge) nel 2019. Per Bruxelles il crollo del viadotto non giustificherebbe una modifica della legge che favorisca società a controllo pubblico e danneggi gli azionisti di minoranza.

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Fonte: economia agi