Note a margine della prima coinvolgente e straripante manifestazione teatrale, che ha coinvolto decine di attori e compagnie in un crescendo esaltante di spettacolazioni, conclusesi con la premiazione di una giuria internazionale
di Franco La Magna
E’ fatta! Anche Catania, storica capitale del teatro siciliano, da quest’anno si fregia del suo “Catania Off Fringe Festival”, importato nel capoluogo etneo da due paladini dell’arte scenica, Francesca Vitale e Renato Lombardo, già noti alla cittadinanza per la combattiva militanza d’impresari del “Teatro Off”, divenuto imprescindibile punto di riferimento d’un teatro di qualità e già da anni appassionatamente seguito da un cospicuo numero di aficionados e sicuri estimatori. Nato ad Edimburgo nel lontano 1947 da vocazione indipendentista e alternativa rispetto alla “seriosa” ufficialità del Festival Internazionale di Edimburgo – che ne aveva escluso otto compagnie scartandole dal programma, subito trasformatesi in costruttiva fronda – il “Fringe” vanta oggi una capillare diffusione nel mondo intero, con centinaia di edizioni nate per partenogenesi, di cui Catania rappresenta il tassello ultimo di questo sbalorditivo mosaico, scelta a conferma ed esaltazione d’un ruolo certificato da ultrasecolare vicenda.
In due settimane dell’appena trascorso, insolitamente quasi rovente ottobre, oltre cinquanta spettacoli spalmati in undici spazi performativi – arricchiti da focus tematici, presentazioni di libri, workshop professionali, “pic nic d’Autore” – hanno letteralmente saturato la ricettività della città, che ha risposto alla novità pedinando con soddisfacente e lievitante attenzione (testimoniata dal progressivo incremento degli spettatori), monologhi, commedie, stand up, spalmate dal giovedì alla domenica dell’ultima quindicina di ottobre nelle strutture coinvolte, dal Teatro Stabile al Brancaccio, dal CUT alla Sala Futura, dal Brancati al Piccolo Teatro della Città, dal Centro Zo (due sale) all’Open, dalla Sala De Curtis al Palazzo della Cultura. Una messe di spettacoli come mai era avvenuto nel pur ricco panorama teatrale cittadino. Roma, Milano, Torino, Genova, Padova, Salerno, Trapani, Vittoria, Trecastagni, Altofonte, Ancona, Bologna, Napoli, Paternò, Messina, Santa Marinella, Genova, Bolzano, Modugno, la stessa Catania, San Giovanni La Punta, Livorno, Palermo, Bergamo, Formia, Alessandria e poi attori e compagnie austriache, francesi, cipriote…. La copiosa e composita mappa di provenienze nazionali ed europee, ha trovato in Catania il “naturale” approdo dei trascinanti monologhi proposti, del teatro autobiografico, di prosa, visuale, fisico, di narrazione, di figura, dramedy, comedy, danza, ma altresì dell’intelligente rielaborazione di classici, one women show, sparsi a ritmi incalzanti attraverso tre spettacoli quotidiani in contemporanea in tutte le undici strutture coinvolte (h. 17,30 – 19,30 – 21,30), tratteggiando uno spaccato debordante del teatro contemporaneo, per comprenderne le evoluzioni stilistiche, i frenetici movimenti scenici, la recitazione “corporale”… Una giuria internazionale premierà in seguito i lavori migliori, offrendo supporto per una circuitazione mondiale.
Per chiudere, da non trascurare la sezione dei Corti Teatrali, i cui vincitori saranno prodotti come spettacoli dallo Stabile di Catania e ancora varie iniziative culturali (speed dates, focus, work shop, concerti…) hanno donato alla città etnea una raffica di iniziative che, in perfetta controtendenza con il disastro amministrativo e lo sbalorditivo incremento turistico, gridano a gran voce dalla storica Porta Ferdinandea “melior de cinere surgo”.