Caso Salis: il padre a presidio il 20/3 per Ilaria a Cagliari


Parteciperà anche il padre di Ilaria Salis, Roberto, alla manifestazione in programma mercoledì prossimo 20 marzo a Cagliari, sua città natale, per chiedere al Governo italiano e alle istituzioni europee di attivarsi per la liberazione dell’insegnante e militante antifascista, detenuta da oltre un anno in un carcere di massima sicurezza a Budapest, in Ungheria. La manifestazione, prevista dalle 18 in piazza Garibaldi, è promossa dal Comitato ‘Da Cagliari per Ilaria Salis’, composto da un gruppo di cittadine e cittadini di Cagliari e della Sardegna, in collaborazione con numerose e varie associazioni e movimenti sindacali, sociali, politici e culturali.
“Vogliamo tenere alta l’attenzione su questa vicenda. Con Roberto, il padre di Ilaria”, ha spiegato all’AGI Pietro Pani, referente del Comitato promotore, “alcuni e alcune di noi hanno condiviso nella stessa classe, gli anni al Liceo Siotto di Cagliari. Oggi siamo convinti che anche qui in Sardegna sia necessario far sentire la voce della solidarietà e del sostegno alla lotta di Ilaria e della sua famiglia per il rispetto dei suoi diritti”.
Salis – ha ricordato Pani – “si trova reclusa ormai da oltre un anno in un Paese in cui, secondo le principali organizzazioni umanitarie, non sono garantiti i diritti dei detenuti e la democrazia è giorno dopo giorno limitata dalle leggi liberticide di Orban. Siamo preoccupati per Ilaria, per la sua sicurezza e per gli esiti di un processo inquinato dall’ideologia antidemocratica delle istituzioni ungheresi. In questo contesto, il 28 marzo prossimo, a Budapest è stata fissata la prossima udienza del processo”.
Il referente del Comitato ‘Da Cagliari per Ilaria Salis’, ritiene che in Ungheria non esistano le garanzie del rispetto dei diritti elementari di Ilaria. “Non si sta chiedendo che venga liberata ‘tout court’”, precisa Pani, “ma che i suoi diritti siano rispettati e che lei venga processata per le accuse che le sono state mosse, ma in Italia con tutte le garanzie possibili e necessarie. Per questo motivo chiediamo che possa tornare ad affrontare il processo qui, in conformità con la decisione-quadro del Consiglio d’Europa del 2009. Ilaria si dichiara innocente e, tra l’altro, su un qualcosa per cui pare che non esistano neppure delle prove documentali. Ci sono tutti gli estremi per dire che è una sorta di detenuta ‘politica’, perché c’è una motivazione politica dietro la sua detenzione”.
Secondo Pani, il governo italiano ha sottovalutato quanto sta avvenendo alla donna. “Ci sono in gioco i diritti di una cittadina italiana e consideriamo insufficienti le risposte dei ministri italiani Tajani e Nordio”, ha evidenziato il rappresentante del Comitato, “perché danno l’impressione che il valore dei diritti umani non corrisponda a quello della Costituzione. Ilaria Salis non può essere discriminata in quanto antifascista e la sua libertà non può essere sacrificata sull’altare di giochi politici