Caso decreti, ipotecato il 25,6% delle leggi del Parlamento con una punta del 50% nell’attuale legislatura


Dalla tredicesima legislatura ad oggi sono state approvate dalle Camere 2.853 leggi: 730 sono legate a Dl. Una rilevazione OpenPolis evidenzia che già nella scorsa legislatura si era arrivati a quota 33%. Cresce il ricorso ai cosiddetti “decreti minotauro”. Dal senatore Paroli (Fi) un Ddl costituzionale per prolungare da 60 a 90 giorni il tempo per la conversione

È ormai uno dei temi al centro del dibattito politico-parlamentare: l’intensa pioggia di decreti leggi con l’impronta di vari governi che negli ultimi anni si è abbattuta sulle Camere. Lo stesso Capo dello Stato ha più volte ha invitato l’esecutivo di turno a moderare il ricorso alla decretazione d’urgenza e a rispettare quanto previsto dalla Costituzione. Ma quello del massiccio uso dei Dl sta diventando ormai un caso, dal quale le opposizioni, che criticano duramente il governo, non sono del tutto estranee. Perché il fiume dei decreti legge si è ingrossato anche con i gabinetti “Conte 1 e 2” che hanno visto la presenza costante del M5S e parziale del Pd.

Il disegno di legge costituzionale
A confermare indirettamente che la patata sta diventando sempre più bollente è di fatto il disegno di legge costituzionale presentato a palazzo Madama dal senatore di Fi, Adriano Paroli, per estendere da 60 a 90 giorni l’arco di tempo a disposizione del Parlamento per convertire in legge i decreti del governo.

I numeri
I dati del resto parano da soli: delle 2.853 leggi approvate dal Parlamento dal 1996 (era l’epoca della tredicesima legislatura) ai giorni nostri ben 730 hanno avuto come esclusiva “mission” la conversione dei Dl: in tutto il 25,6%, con un picco del 50% raggiunto nel corso del primo scorcio dell’attuale legislatura (la diciannovesima), che vede l’esecutivo Meloni, già a quota 45 decreti inviati alle Camere, ai quali ne vanno aggiunti altri due riconducibili al governo Draghi. A monitorare l’andamento della “corsa al Dl” è una rilevazione di OpenPolis. Che mette in evidenza anche come nelle ultime due legislature siano fin qui stati 29 i decreti decaduti, poi assorbiti (in tutto o in parte) in altri provvedimenti urgenti: i cosiddetti “decreti legge minotauro”.
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Dal 19,2% di leggi di conversione di 25 anni fa, al 33% “dell’era Conte” e al 50% di oggi
Nel corso della tredicesima legislatura, quella cominciata il 9 maggio 1996 e conclusasi il 29 maggio 2001, le leggi di conversione di Dl avevano assorbito non più del 19,2% di tutti provvedimenti legislativi approvati dal Parlamento. Ma già nella legislatura successiva (la quattordicesima, tra il maggio del 2001 e l’aprile 2006) si era saliti al 29%. E’ seguito un calo nelle tre legislature successive, interrotto da una vera impennata nella diciottesima, in cui si sono succeduti i due esecutivi Conte e il governo Draghi, quando si è toccata quota 33% anche per la necessità di affrontare l’emergenza Covid. Ma dallo studio di OpenPolis emerge che il picco è stato raggiunto nella prima parte dell’attuale legislatura, che vede a palazzo Chigi il governo Meloni, con il 50% delle leggi approvate dalle Camere legate alla conversione di decreti. Dalla banca dati del Senato risulta che dei 65 provvedimenti licenziati dal Parlamento 32 sono serviti per apporre il sigillo sui Dl (2 in coda all’attività dell’Esecutivo Draghi).

I “decreti minotauro” e la proposta Paroli (Fi)
L’articolo 77 della Costituzione prevede che i decreti perdono efficacia fin dall’inizio, se non sono convertiti in legge dal Parlamento entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti. Proprio per queste particolarità i Dl godono di una corsia preferenziale al momento dell’organizzazione dei lavori parlamentari. Ma negli ultimi anni sono sempre più frequenti i casi di Dl non convertiti, con il conseguente ricorso ai cosiddetti “decreti minotauro” in cui i provvedimenti urgenti decaduti vengono assorbiti (in toto o in parte) nella fase di conversione. La rilevazione di OpenPolis evidenzia che nelle ultime due legislature sono stati 29 i Dl non convertiti in tempo dalle Camere confluiti nei >. Una pratica particolarmente utilizzata dall’esecutivo “Conte 2” per fronteggiare la prima fase dell’emergenza Covid. Il governo Meloni ha già fatto ricorso a questo “meccanismo” in 5 occasioni in poco più di un anno. Il primo governo Conte si era fermato a 3 decreti minotauro, il “Conte 2” è arrivato a 8 e l’esecutivo Draghi a 13, anche a causa delle varie emergenze con cui ha dovuto fare i conti: dalla fase pandemica fino alla crisi energetica dovuta allo scoppio del conflitto russo-ucraino. Il Comitato di legislazione della Camera si è più volte pronunciato per sollecitare lo stop alla confluenza di più decreti legge. Un problema che secondo alcuni parlamentari potrebbe essere risolto allungando il tempo per la conversione a diposizione delle Camere. E in questa direzione va il disegno di legge costituzionale presentato al Senato da Paroli (Fi) che prolunga a 90 giorni l’arco temporale per arrivare al sigillo parlamentare.

Anche 29 giorni di attesa tra il varo di un decreto e la sua entrata in vigore
Un altro fenomeno che sta caratterizzando la produzione legislativa dei governi negli ultimi anni e quello dell’attesa prolunga per la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, e quindi per l’entrata in vigore, di un decreto legge dal momento del varo da parte del Consiglio dei ministri. Mediamente, si fa notare nello studio, intercorrono circa 4,6 giorni tra l’approvazione di un Dl e la sua effettiva pubblicazione. Per il momento l’attuale esecutivo presenta un dato di poco sopra la media (4,9 giorni), ancora distante da quello record dell’esecutivo “Conte 1” a tinte gialloverdi (7,3 giorni). Che ha varato un decreto, lo “sblocca cantieri”, rimasto in “stand by” per ben 29 giorni, due in più di quelli che sono stati necessari (27) al decreto sulle olimpiadi invernali di Milano e Cortina, targato “Conte 2”, prima di essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Nel caso dei Dl approvati dall’attuale governo, sono stati costretti a un’attesa forzata di 16 giorni il decreto sul rafforzamento della capacità a amministrativa e di 15 giorni il Dl Sud.
di Marco Rogari – Fonte: https://www.ilsole24ore.com/