Caso Borsellino: Confedercontribuenti, Crocetta vada a casa non è degno di rappresentare i siciliani onesti

Grande festa per il candidato alla presidenza della Regione Sicilia Rosario Crocetta (d) al suo arrivo al comitato elettorale a Palermo, 29 ottobre 2012, dopo aver avuto notizia del suo vantaggio a spoglio delle schede avanzato. A sinistra Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd, al centro Lucia Borsellino. ANSA/ MICHELE NACCARI


Lucia Borsellino «va fermata, fatta fuori. Come suo padre». Come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992. Sono parole pesantissime, intercettate pochi mesi fa. A pronunciarle non è un boss, ma un medico di successo: Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia, arrestato nei giorni scorsi. All’altro capo del telefono c’è il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore alla Salute della sua giunta, scelta come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi. sito on line del settimanale. A questo punto è doverso che Crocetta vada a casa, non è degno di rappreentare i siciliani onesti. Cosi una nota della Presidenza nazionale di Confedercontribuenti.