Roma, 14 nov. – Il principale ospedale di Gaza, al-Shifa, resta al centro del conflitto fra Israele e Hamas: circondato dai carri armati, nell’impossibilità di gestire un numero crescente di cadaveri, il direttore ha deciso di far scavare una fossa comune dove seppellire 179 corpi. La mancanza di carburante per alimentare i macchinari della terapia intensiva e la refrigerazione degli obitori è all’origine di una crisi sanitaria gravissima. I 600 pazienti ancora ricoverati nella struttura sono in pericolo, ha segnalato il responsabile Mohammad Abu Salmiyah, secondo il quale fra i corpi sepolti ci sono anche quelli di sette bambini e 29 pazienti che si trovavano in terapia intensiva: gli ultimi due sono morti oggi stesso. La notte scorsa i combattimenti sono stati meno intensi, ma davanti all’ospedale ci sono numerosi carri armati: Israele ritiene che sotto l’ospedale ci sia un’importante sede di comando di Hamas, accusata di usare i ricoverati come scudo. Il presidente americano Joe Biden ha lanciato un appello perché pazienti e sanitari della struttura siano protetti, invitando Israele ad “azioni meno intrusive”; secondo l’Onu, fra pazienti, personale e sfollati all’interno della struttura ci sono migliaia di persone che non possono lasciare a causa dei combattimenti.
Dall’inizio della guerra, oltre ai 1.200 israeliani uccisi nella prima giornata si contano 46 militari morti a Gaza; le vittime palestinesi secondo Hamas sono 11,240. Israele ha detto di non essere in guerra contro la popolazione di Gaza, e di avere offerto incubatrici e la possibilità di fuga all’ospedale. Intanto, secondo il Washington Post sarebbe vicino un accordo per la liberazione di una parte dei 240 ostaggi, a partire da donne e bambini, in cambio del rilascio di detenuti nelle carceri israeliane. Ieri un portavoce di Hamas aveva parlato del possibile rilascio di 100 ostaggi in cambio di 200 minori e 75 donne palestinesi detenuti.