Caro carburanti: solo e semplice speculazione!


di redazione

Secondo l’elaborazione dei dati comunicati dai gestori all’OsservaPrezzi del Mise aggiornati alla data dell’8 giugno, la media del diesel servito arriva a 2,055 euro/litro (contro 2,034), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 2,010 e 2,135 euro/litro. I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,833 a 0,851 euro/litro. Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,720 e 1,931.
“Questo continuo ed ingiustificato aumento è figlio solo della speculazione,” lo ha detto Ettore Minniti, segretario Nazionale della Confedercontribuenti, “Stanno distruggendo l’economia, le PMI, le famiglie, il lavoro del nostro Paese in maniera sciente, cosciente e consapevole”.
Non abbiamo paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti. Perché attorno a questa vergognosa vicenda c’è il silenzio assoluto delle istituzioni, magistratura compresa, della rappresentanza politica e del governo?
C’è un bene da difendere! Quale? Un nemico da cui guardarsi! Chi? Scelte coraggiose da intraprendere! Come?
Intanto il Governo se ne viene fuori con l’ennesimo bonus: il bonus benzina da €.200 e non per tutti.
La corsa verso l’alto del prezzo dei carburanti sta generando problemi a tutti gli automobilisti, in modo particolare per chi è abituato a fare ogni giorno decine di chilometri per motivi di lavoro.
“Il taglio delle accise, che al momento sarà in vigore fino all’8 luglio”, – continua Minniti – “è servito finora a poco a risolvere il problema. E il governo che fa? Decide di dare un contributo, che sembra un’elemosina, il c.d. “Bonus Benzina. Un pannicello caldo, da parte di un Governo che non riesce a contrastare questo fenomeno speculativo con un provvedimento strutturale”.
Eppure, il prezzo del petrolio ‘Brent’ è di 123 dollari al barile – 0,26% rispetto all’inizio dell’anno.
Da questo ingiustificato aumento del carburante a cascata ne risente tutta la filiera produttiva. Fermi i motopescherecci della marineria italiana, vi è un grave problema relativo all’ aumento dei prezzi nel settore dell’edilizia che mette in difficoltà il rilancio del paese grazie ai fondi e alle opere pubbliche del PNRR.
A causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime anche nell’edilizia, le imprese o non partecipano agli appalti o, peggio ancora, i cantieri già aperti si bloccano perché le imprese non riescono più a sostenerne i costi, con gravi difficoltà per i comuni e per i privati cittadini che hanno iniziato le ristrutturazioni delle proprie abitazioni.
“Una situazione non più sostenibile”, – conclude Minniti – “i contribuenti sono al collasso, giugno è il mese del pagamento della prima rata IMU, i lavoratori pendolari non sono in grado di sostenere i costi del carburante, i trasporti pubblici sono latitanti, luce e gas alle stelle: ma che Paese è questo”
In tanti attendono con ansia le elezioni del 2023 con l’auspicio di un cambio di passo della politica italiana, in questi anni latitante a tutti i livelli, con un Draghi oramai alle corde.