“Il carcere è diventato come l’inferno dantesco e questo non è accettabile e men che meno tollerabile. La denuncia del Sappe è la urgente necessità di trovare soluzioni concrete a questa spirale di violenza” : “sdegno” per quanto avvenuto nel carcere di Piacenza viene espresso dal, Segretario Generale del Sappe, Donato Capece:.
Francesco Campobasso, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, racconta quanto è avvenuto nelle ultime ore nella Casa circondariale San Lazzaro piazzale Marassi: “Nella notte del 12 agosto si è verificato un gravissimo evento critico presso la casa circondariale di Piacenza. Forzando le sbarre della propria cella, detenuti di origine extracomunitaria si sono diretti presso quella occupata da altri ristretti e, dopo averla forzata, ne è nata una violenta colluttazione. A fatica il personale è riuscito a ripristinare l’ordine e la sicurezza nel reparto e le operazioni si sono concluse dopo ben tre ore”.
Da tempo la segreteria regionale del Sappe denuncia le condizioni di vivibilità della struttura piacentina il cui sovraffollamento è aumentato a dismisura con l’incremento di oltre cento detenuti nel giro di soli tre mesi. Ad oggi sono di poco inferiori ai 500 detenuti la conta della popolazione detenuta. Negli ultimi giorni – aggiunge Campobasso -si sono verificare due aggressioni al personale di polizia penitenziaria che hanno alimentato ulteriormente il disagio operativo”. L’auspicio, conclude il sindacalista , è che “il Provveditorato penitenziario regionale e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria intervengano con effetto immediato sulla vicenda di Piacenza con l’adozione di provvedimenti in grado di ristabilire un clima lavorativo sereno con uno sfollamento imponente”. Interventi non più rinviabili. “Sono decenni – conclude Capece, leader nazionale del Sappe – che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.