Sono rientrati nelle prime ore di stamane i disordini scoppiati ieri nell’istituto penale minorile ‘Beccaria’ di Milano, che ha subito danni ingenti. Lo riferisce la Uilpa Polizia penitenziaria. Il bilancio è di alcuni contusi non gravi, anche fra gli agenti, e di un detenuto ricoverato in ospedale e piantonato dalla polizia di Stato, in mancanza di operatori penitenziari. “Il piantonamento sarà rilevato alle 8 dalla Polizia penitenziaria, peraltro con agenti che hanno lavorato fino alle 5 passate, dopo meno di tre ore di riposo”, sottolinea Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. “Nel corso dei disordini, cui avrebbero preso parte tutti i 58 reclusi presenti, diversi hanno tentato di evadere e ben 4 sono riusciti a scavalcare il muro di cinta, ma dopo ore di ricerche sono stati tutti rintracciati all’interno del perimetro che delimita il carcere e altri uffici del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità”.
I detenuti hanno appiccato il fuoco in vari locali e tentato un’evasione di massa – fa sapere il sindacato – raggiungendo la portineria, ultimo varco del penitenziario verso l’esterno.
Per contenere i disordini sono dovuti intervenire anche agenti di polizia penitenziaria liberi dal servizio. L’istituto minorile ‘Beccaria’ è stato al centro, nei mesi scorsi, di un’inchiesta della Procura di Milano che ha portato all’arresto di 13 agenti per presunte violenze e torture.
“Quanto nuovamente accaduto a Milano, preceduto da fatti analoghi sempre al Beccaria così come al ‘Ferrante Aporti’ di Torino e in molti altri istituti per minorenni del Paese, è la prova provata del fallimento organizzativo e gestionale del sistema penale inframurario minorile, che fa il paio con quello per gli adulti”, accusa il sindacalista. “Urge un cambio di passo che deve essere dettato dalla politica, prim’ancora che dalle amministrazioni. Il sistema va messo in sicurezza potenziando i presidi a partire dagli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18 mila unità, implementando ed efficientando le strutture e riorganizzando l’intero apparato. Sarebbe peraltro il caso di ripensare la scelta di mantenere negli istituti penali per minorenni ristretti fino a 25 anni d’età. Auspichiamo che dal ministero della Giustizia e dal Governo già in mattinata facciano sentire la loro voce con argomenti concreti e, soprattutto, che si varino misure tangibili e immediate. Temiamo, tuttavia, di dover nuovamente ascoltare i soliti ritornelli stonati con roboanti annunci vuoti di contenuto”. (AGI)
ROB