Carceri: penalisti in sciopero il 20 marzo, “urge intervento”


I penalisti italiani torneranno a incrociare le braccia il prossimo 20 marzo: la Giunta dell’Unione delle Camere penali ha infatti proclamato per quel giorno l’astensione dalle udienze, annunciando anche una manifestazione a Roma. “Il fenomeno dei suicidi avvenuti in carcere nei primi 58 giorni del 2024 è in continua ascesa, circa uno ogni due giorni”, e “appare oramai improcrastinabile un immediato intervento del Governo e della politica, tutta, al fine di arginare la strage in atto”, si legge nella delibera odierna con cui l’Ucpi ha deliberato lo sciopero. Per i penalisti, “occorre sensibilizzare l’opinione pubblica e, soprattutto, persuadere il Governo, il Parlamento e la politica tutta circa la necessità di adottare atti di clemenza generalizzati, quali l’indulto o l’amnistia, legiferare urgentemente in materia di concessione della liberazione speciale anticipata, introdurre il sistema del ‘numero chiuso’, ovvero ogni altro strumento atto a limitare in futuro il ripetersi del fenomeno del sovraffollamento”, prevedendo anche “misure extradetentive speciali per detenuti in espiazione breve e operare una congrua depenalizzazione, oltre che ridimensionare l’impiego delle misure cautelari personali intramurarie, riconducendole ai principi liberali del minor sacrificio possibile e della presunzione di innocenza”.
“Ogni giorno trascorso senza che siano attuati rimedi idonei a scongiurare la morte, per malattia e per suicidio, negli istituti penitenziari – scrivono le Camere penali nella delibera sullo sciopero – non può che accrescere le responsabilità, politica e morale, di coloro che tale fenomeno hanno l’obbligo di affrontare con rimedi urgenti e inderogabili”. Inoltre, rilevano “vi è il pericolo concreto che togliersi la vita in carcere possa rappresentare, per i tanti oppressi, una ‘soluzione’ da emulare, per sfuggire a condizioni di privazione della libertà sempre più umilianti e disumane: il sovraffollamento carcerario, la patologica carenza negli organici di agenti penitenziari, di medici e psichiatri e di operatori sociali acuiscono le già penose condizioni di vita dei detenuti” e “preoccupa ulteriormente il susseguirsi di episodi di violenza sui detenuti, l’ultimo dei quali (sarebbe) avvenuto nella Casa Circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia”.
I penalisti osservano quindi che “nonostante l’emergenza umanitaria in atto imponga un cambio di passo immediato, non si
è ancora registrata una chiara e netta presa di posizione del Governo volta a rimediare all’ingravescente fenomeno del sovraffollamento”: per questo ribadiscono “con forza e determinazione” l’appello al Governo e a tutte le
forze parlamentari “affinché si possa realizzare, tutti insieme, l’obiettivo di arrestare con efficacia il terribile fenomeno dei suicidi in carcere, con l’assoluta convinzione che ‘non c’è più tempo’”. (AGI)
OLL