“E’ nota la situazione di criticità in cui si trovano le strutture penitenziarie”, ha detto il ministro, ponendo in rilievo la “situazione sedimentata da decenni” dell’edilizia penitenziaria, per cui “non sono state costruite nuove carceri”, né “ristrutturate quelle vecchie”.
Per quanto riguarda l’emergenza sovraffollamento, Nordio ha ricordato che “un terzo dei detenuti è di origine straniera, un quinto è in attesa di giudizio e un quinto in carcere per reati legati alla tossicodipendenza”: dunque, per i detenuti stranieri “ove possibile, l’esecuzione pena avvenga nei Paesi d’origine”, ha ribadito il ministro, parlando anche dell’ipotesi di “strutture alternative” per i detenuti tossicodipendenti, nonché di “rivedere i criteri della detenzione preventiva”. (AGI)