Carceri: Brunetta-Nordio, ‘gettare un ponte con società’


“Gettare un ponte tra il carcere e la società”. Il presidente del Cnel, Renato Brunetta, e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in un articolo pubblicato stamani sul Sole 24 ore illustrano l’accordo tra le due istituzioni che favorirà la formazione e il lavoro per i detenuti, con l’obiettivo di abbattere l’elevato tasso di recidiva dovuto alla mancanza di occasioni di reale reinserimento nella parte sana della società. Un progetto di ampio respiro, che ha l’ambizione di andare oltre le esperienze estemporanee o circoscritte a pochi istituti e di creare un sistema virtuoso, costante, su base nazionale.
“È quella che si dice – spiegano – una scommessa win-win-win, da vincere in tre: detenuti, società e vittime. Un’operazione vantaggiosa per tutte le parti in causa: per i detenuti, a cui sarebbe offerto un percorso autentico di risocializzazione; per la società e l’economia, che vedrebbero trasformata la spesa del sistema penitenziario in investimenti produttivi; e per le vittime dei reati, a cui sarebbe restituita anzitutto la speranza che il male da loro sofferto non si ripeta, e nel cui fondo dedicato sarebbe convogliata una quota della ricchezza prodotta. Il Ministero della Giustizia e il Cnel – proseguono Brunetta e Nordio – hanno deciso di affrontarla insieme. Con un accordo interistituzionale assumono l’impegno di garantire percorsi di formazione e lavoro per contrastare la recidiva e dare compiuta applicazione al principio costituzionale di rieducazione della pena”.
Entrando nel merito dell’accordo, Brunetta e Nordio spiegano che “il Ministero si impegna a snellire gli adempimenti per le imprese e le società del terzo settore che intendano assumere e formare i detenuti, semplificando anche la concessione di agevolazioni, incentivi e sconti fiscali; il CnelL coinvolge i corpi intermedi con l’obiettivo di fare da ponte tra il carcere e il lavoro, fornisce supporto con i suoi esperti, implementa la formazione dei detenuti in carcere, d’intesa con il Ministero competente e la conferenza dei rettori promuove la copertura degli istituti penitenziari rispetto all’offerta di corsi universitari, studia i fabbisogni occupazionali per orientare la stessa formazione all’interno dei carceri, pianifica una campagna informativa, anche attraverso open day e sportelli dedicati, sugli incentivi e benefici fiscali previsti per chi dà lavoro ai detenuti”. La rieducazione – concludono – è il più efficace strumento di politica criminale a disposizione dei governi: restituisce alla comunità cittadini redenti e risocializzati, ma soprattutto interrompe la trasmissione e il contagio della tendenza a delinquere tra le generazioni, scongiurando l’ereditarietà della devianza”. (AGI)
GLA