“Al termine dell’incontro di oggi con il Ministro Urso, le organizzazioni sindacali dei gestori confermano lo stato di agitazione della categoria, con assemblee tenute in tutto il Paese, e lo studio per avviare le iniziative politico/sindacali, compreso lo sciopero nazionale, necessarie a contrastare il testo del ddl cosiddetto carburanti, già portato in Consiglio dei ministri, seppure non ancora approvato”. È quanto scrivono in una nota congiunta i sindacati dei gestori Faib/Fegica/Figisc-Anisa.
Le organizzazioni di categoria hanno tenuto a far sapere al governo, si legge nella nota, che “non assisteranno inerti al tentativo dei petrolieri di sottoporre una intera categoria di lavoratori al ricatto di contratti del tutto precari, sia in termini regolatori che economici. Né accetteranno in alcun modo la prassi ormai consolidata di sottrarsi alla contrattazione collettiva imposta dalle leggi vigenti”.
Accanto a ciò, i gestori, attraverso le loro organizzazioni, “rinnovano per l’ennesima volta la sollecitazione al governo perché si faccia finalmente promotore di una vera riforma, che preveda la chiusura certa di almeno 7000 impianti oggettivamente inefficienti, l’imposizione di criteri regolatori più stringenti per i titolari degli impianti esistenti (non solo per i nuovi) per combattere l’altissimo livello di illegalità e la presenza della criminalità organizzata, nonché, allo stesso modo, l’introduzione progressiva ma vincolante di nuovo energie non fossili presso gli impianti già in funzione, perché la rete distributiva possa partecipare efficacemente alla transizione energetica”.
“Nessun alibi, né pastette: il sindacato dei gestori non è ricattabile!”, concludono i sindacati. (AGI)