È un testamento dell’età normanna, che in Sicilia vide realizzarsi il sincretismo culturale e artistico delle tre principali etnie presenti a quel tempo a Palermo: latini, bizantini e islamici; è anche un simbolo di pace tra le religioni. La Cappella Palatina del Palazzo Reale di Palermo entro un anno splenderà di ‘luce nuova’, riflessa dai magnifici mosaici, che saranno restaurati.
La delicata operazione, per la quale sono stati stanziati 1,1 mln di euro, sarà interamente curata dalla Soprintendenza di Palermo, guidata da Selima Giuliano. “Siamo orgogliosi di offrire la competenza e la professionalità dei progettisti della nostra amministrazione regionale per il recupero di uno dei beni architettonici più belli di Palermo”. “Questa non è solamente un sito Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco – sottolinea il presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II Gaetano Galvagno – ma rappresenta un monumento da preservare. È quindi nostro dovere consegnarlo alle future generazioni nelle migliori condizioni possibili”. “I lavori che stanno per essere intrapresi, finanziati dal Fondo edifici di Culto del Ministero dell’Interno – dice il prefetto di Palermo Massimo Mariani – costituiscono un intervento di restauro di grande rilevanza, che contribuirà a preservare e valorizzare ulteriormente le splendide decorazioni musive della Cappella Palatina, uno degli elementi più attrattivi del percorso arabo-normanno, di eccezionale valore storico-artistico”.I lavori terranno conto degli interventi sia di ripristino che di completamento che si sono succeduti nel corso dei secoli. Nonostante sia stato eseguito un recente intervento di restauro, gli apparati musivi presentano alcune forme di alterazione, spiegano i ricercatori, che inducono ad attuare un piano di pronto intervento e restauro estetico, per arrestare il processo di deterioramento e salvaguardare il prezioso patrimonio custodito all’interno del monumento.
All’interno del Palazzo dei Normanni, la Cappella fu realizzata per volere di Ruggero II tra il 1130 e il 1132, come Cappella del Palazzo Reale dedicata a San Pietro apostolo e venne consacrata il 28 aprile 1140. L’edificio presenta un impianto basilicale a tre navate separate da dieci colonne, cinque per lato, in granito e marmo cipollino recuperate da edifici preesistenti. Il santuario, leggermente sopraelevato, è caratterizzato da tre absidi ed è coperto da una cupola emisferica. La Cappella è interamente coperta da mosaici realizzati con tessere litiche e pasta vitrea ed eseguita in periodi diversi che, nel corso dei secoli, sono stati a più riprese restaurati e modificati soprattutto nella zona del presbiterio. Appartengono al periodo di Ruggero II anche i mosaici pavimentali in stile cosmatesco in opus sectile, una delle tecniche di ornamentazione marmorea più raffinate e prestigiose, sia per i materiali utilizzati (marmi tra i più rari) che per la tecnica di realizzazione. Il soffitto ligneo, opera di maestranze islamiche fatimite, è stato realizzato nella parte centrale nel 1143 circa e si presenta riccamente intagliato e intarsiato con motivi a muqarnas e venti poligoni stellati ad otto spicchi concavi (stelle a otto punte). Le coperture lignee delle navate laterali presentano invece un’articolazione plastica meno complessa, caratterizzata da una serie di pannelli con terminazioni semicircolari.
La Cappella è collegata da due scale simmetriche realizzate nel XVI secolo al piano sottostante dove si trova la Cappella inferiore, preesistente alla Palatina, fabbricata all’inizio dell’insediamento normanno e dove è conservato il Tesoro della Palatina costituito da numerosi reliquari, suppellettili e oggetti sacri tra cui spicca in particolare la collezione di cofanetti in avorio e legno di matrice islamica. (AGI)