Nella serata di ieri, ospite alla trasmissione “sky calcio club” condotta da Fabio Caressa, il mister Massimiliano Allegri è tornato a parlare di calcio e della sua idea di calcio dopo un allontanamento di oltre un anno e mezzo dai campi da gioco. Già allenatore di Cagliari, Milan e Juventus in serie A, il tecnico toscano ha spento i riflettori il 26 maggio 2019, giorno della sua ultima panchina alla Juve, ed è tornato a riaccenderli per commentare l’eliminazione della Juve e delle altre italiane dalla Champions League, e più in generale per spiegare perché, a suo avviso, le squadre del nostro campionato non riescono più a sfondare in Europa.
Spesso rimpianto, soprattutto negli ultimi tempi, dai tifosi juventini che vorrebbero a tutti i costi un suo ritorno sulla panchina bianconera, Max Allegri ha parlato di un crollo trasversale del calcio in Italia, adducendo responsabilità importanti ai settori giovanili delle squadre di calcio e all’idea di calcio che c’è in Italia: “oggi ai ragazzi dei settori giovanili viene insegnata troppa tattica, sembrano degli strumenti che gli allenatori usano per far vedere quanto sono bravi; non sto dicendo che la tattica non serve, ma per la crescita dei ragazzi è più importante lavorare sulla tecnica e sulla tattica individuali; poi non ci lamentiamo se i terzini arrivano sulla fascia e quando fanno il cross prendono sempre l’avversario”, ha affermato il tecnico toscano.
Di contro, Allegri ha descritto la sua idea di calcio e di cosa significhi essere un allenatore vincente: “quando ero alla Juventus, mister Sacchi mi ammoniva spesso dicendo che in campo ci devono essere 11 giocatori in grado di passarsi in ogni momento il pallone a vicenda, però è anche vero che se ora giochi in Europa alle altre squadre bastano tre giocatori che si scambiano bene la palla per arrivare in porta, sennò non puoi sperare di vincere qualche titolo europeo; in Inghilterra o in Germania tutte le squadre hanno almeno un millennial titolare nelle rispettive rose, in Italia solo la Juventus ha l’under 23 in serie C, e secondo me neanche basta: bisognerebbe abituare già l’under 16 dei top club ai campionati tosti come la serie D”. E poi, sugli allenatori: “rispetto gli allenatori che esaltano tattiche, ma in nessun corso di Coverciano ti spiegano come gestire la partita e come comunicare con i calciatori quando stanno vincendo o perdendo, lì si vede la bravura dell’allenatore: alle 15:00 è una partita, ma alle 15:30 è un’altra, alle 16:15 un’altra ancora e alle 17:00 ancora un’altra; e poi scusatemi: come è possibile basarsi solo sugli schemi se dopo 5 minuti ti possono espellere un calciatore e devi reinventarti la partita?”.
Infine, Allegri ha parlato del suo futuro e di quello della Nazionale del CT Roberto Mancini, impegnata domenica prossima contro la Bulgaria nelle qualificazione per i mondiali di Qatar 2022: “anche se non sembra, sono un emotivo e vivo per vedere i miei giocatori compiere gesti tecnici straordinari, aspetterò fino a giugno, poi allenerò anch’io una squadra; come vedo l’Italia agli Europei? Roberto (Mancini,ndr) sta facendo un ottimo lavoro alla guida della Nazionale, ma non pensiamo che le sorti del calcio italiano dipendano da cosa farà l’Italia ai prossimi Europei, è un calcio che va comunque rifondato nelle idee e nei fatti”.