Bucci: 'Rifare il ponte in due anni? Niente di straordinario, deve essere la normalità"


AGI. – “Abbiamo fatto una cosa che deve essere considerata normale: l’errore enorme è considerarla una cosa straordinaria e dire che il modello Genova è stato possibile solo perché sono accadute cose drammatiche”. A due giorni dal taglio del nastro del nuovo ponte sul Polcevera, il Genova San Giorgio, il sindaco e commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, pur molto soddisfatto del risultato, confida all’AGI di non pensare che, quanto realizzato in meno di due anni dal drammatico crollo del Morandi, sia stata un’impresa eccezionale. 

“Noi abbiamo fatto esattamente quel che succede nelle aziende private, specialmente nelle multinazionali – spiega – si fa il project management, si valuta la best option, si lavora seguendo delle regole predefinite, e noi abbiamo utilizzato il codice europeo degli appalti, soprattutto l’articolo 32, ci si prende le proprie responsabilità, perchè se la gente non lo fa il sistema non funziona, ci si rimbocca tutti le maniche 24 ore su 24. Tutto questo, nel mondo, è normale: non può essere un’eccezione, perchè nel momento in cui lo diventa, vuol dire che non si sta lavorando, non si stanno facendo i controlli, ci sono i furbetti”.

‘Due anni il tempo giusto, potevamo farlo anche in meno’ 

Ecco dunque il segreto di un’impresa riuscita: quella di un cantiere partito nel dicembre 2018 con la demolizione del Morandi e terminato a luglio 2020 sotto gli occhi di tutto il mondo. È solo seguendo questa prassi, continua Bucci “che alla fine si riescono a fare le cose nei tempi giusti: io non penso che i 2 anni siano un tempo eccezionale, sono un tempo giusto. Anzi, avremmo potuto farlo anche prima, se non avessimo avuto il problema dell’amianto che ci ha portato via 2 mesi secchi. O il maltempo, con un altro mese. Due, tre mesi li avremmo potuti guadagnare – dice – se non avessimo avuto questi problemi”. 

È stato proprio l’amianto la maggior criticita’ riscontrata nel corso di questi 24 mesi di lavoro: “L’amianto è stato una sorpresa e abbiamo dovuto portare avanti uno studio durato due mesi per capire come fare l’esplosione (per l’abbattimento del viadotto Morandi, ndr) senza rischiare una contaminazione con le polveri: le esplosioni sequenziali, le cascate d’acqua”. Ad aggiungersi, anche l’epidemia di coronavirus. Ma non è stato nulla di insormontabile, sostiene Bucci: “Con il covid non abbiamo mai fermato il cantiere e anche li’ abbiamo dato dimostrazione che le cose si possono fare – dice – Ci han seguito tutti gli altri cantieri italiani con le stesse procedure”.

I controlli antimafia hanno funzionato

Un cantiere che ha fatto scuola anche per i controlli antimafia: “Abbiamo seguito una tecnica digitale, suggerita dal dottor Di Lecce (ex procuratore capo di Genova, nd), che in pensione ha voluto venire ad aiutarci. Lui ci ha suggerito il controllo incrociato col database: questo ci ha permesso di controllare non solo le aziende, ma le singole persone. È chiaro che le aziende che sembravano perfette – sottolinea Bucci – che col codice degli appalti sarebbero risultate perfette, in realtà usavano persone che non andavano bene, ma le abbiamo “beccate” subito”. È tutto questo “il modello Genova” secondo il sindaco: “Questo sistema, come il resto, è perfettamente riproducibile ovunque”.

Un capitolo fondamentale, affinchè il sistema funzioni, è però il denaro: “Sul discorso di chi paga – dice il primo cittadino – quando uno fa il committente può pagare, esattamente come ha fatto Aspi. Quando noi chiedevamo ad Autostrade di pagare, pagava: non è niente di trascendentale. Funziona così in tutte le parti del mondo. Voglio sottolineare il fatto che è esattamente la procedura normale, non è eccezionale: quel che facciamo tutti i giorni in Italia lo è”, ha sottolineato il sindaco. 

“Non ho mai pensato che non ce l’avremmo fatta”,  aggiunge il sindaco. Nessun tentennamento per il primo cittadino che, di fronte al risultato conseguito, rivolge un pensiero a chi ha lavorato giorno e notte nel cantiere negli ultimi 2 anni: “È stato un lavoro eccezionale quello degli operai: non ci dimentichiamo di quelli della demolizione, oltre a quelli della ricostruzione. C’era un operaio bergamasco che saliva sui monconi con il filo d’acciaio a tagliare i pezzi del ponte che poi venivano calati con gli strand jack – ha voluto ricordare Bucci – Ce lo ricordiamo tutti e questo è solo un esempio. Queste persone hanno fatto un lavoro eccezionale che ricorderanno per tutta la vita e che racconteranno ai loro figli. Il loro nome sarà scolpito nella targa d’acciaio che sarà posizionata su una pila”. 

Bucci resterà commissario fino a novembre

Con l’inaugurazione del nuovo viadotto sul Polcevera, lunedi’ 3 agosto, il sindaco Marco Bucci non smetterà di essere commissario. Lo conferma lui stesso all’AGI, spiegando che “si tratta di una procedura completamente nuova che la ministra De Micheli ci ha illustrato con una lettera circa quattro settimane fa. La struttura commissariale firma un protocollo d’intesa in cui affida la parte superiore del ponte – quella destinata alla circolazione – al ministero delle Infrastrutture e il ministero la dà al concessionario – ha precisato Bucci -. Nei prossimi quattro mesi, fino a novembre, si continueranno i lavori sotto e all’interno del ponte, sempre sotto la responsabilità della struttura commissariale che, ovviamente, li affida a PerGenova. Mentre la parte sopra è affidata al concessionario che ne ha dunque la piena responsabilita’”. Quindi la struttura commissariale “è viva fino a quando non si completa il collaudo tecnico amministrativo e tutti i lavori. Chiudendo il cantiere, cosa prevista a fine novembre, ultimando i pagamenti ed escludendo ricorsi, che non credo ci saranno, la struttura commissariale potra’ terminare la sua missione”. 

Incognita maltempo sull’inaugurazione

Intanto si profila un’inaugurazione con l’incognita del maltempo, visto che lunedì è attesa pioggia: “Sposa bagnata sposa fortunata – commenta  Bucci – ci saranno 1000 ombrelli pronti per tutti e una copertura per una parte degli invitati”. “Penso che la città di Genova non possa ritardare l’apertura del ponte per un po’ di pioggia e poi i veri marinai si vedono con il mare grosso”, sorride. Magari la pioggia potrà nascondere anche un po’ di commozione: “La sensazione che ho provato la prima volta che sono salito sul ponte – dice il sindaco – è che è enorme. La seconda, che è aperto. Non ci sono più gli stralli e c’è una grandissima visibilità sul forte Belvedere da un lato, sulla collina di Coronata dall’altro e poi su tutta la Valpolcevera. Quando ci sei sopra sembra quasi una portaerei dove potrebbe atterrare un aereo. Se mi commuoverò, dirò che era pioggia”. 

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Fonte: cronaca agi