Breve storia dei governi di minoranza


AGI – L’articolo 94 della Costituzione è chiaro: “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere”. Non è prevista la maggioranza assoluta, come, ad esempio, per lo scostamento di bilancio. Questo ha creato nella storia della Repubblica vari esempi di Governi di minoranza, che si sono basati sull’astensione di partiti politici, non formalmente in maggioranza.

In questa legislatura la maggioranza assoluta si raggiunge con 316 voti alla Camera e 161 al Senato. In passato la formula dell’astensione è stata prodromica per l’ingresso di un partito in maggioranza nel successivo governo. Questo è accaduto nel 1963 con il passaggio della premiership da Leone a Moro e nel 1978 con il passaggio dall’Andreotti III all’Andreotti IV.

Anche Berlusconi nel 1994 guidò un governo di minoranza. Nel luglio 1963 Giovanni Leone formo’ il suo primo Governo che ebbe solo 255 voti alla Camera e 133 al Senato. Risultò decisiva l’astensione di Psi, Psdi e Pri che entrarono a pieno titolo nel successivo esecutivo Moro I del dicembre 1963.

Nell’agosto 1976 Giulio Andreotti varò il suo terzo governo, quello della non sfiducia, che ottenne appena 136 voti al Senato e 258 alla Camera. Non si opposero Pci, Psi, Pli, Pri, Psdi. Quell’esperienza si concluse nel marzo 1978 con il passaggio di Pci, Psi, Pri, Psdi dalla non sfiducia all’appoggio esterno, il tutto durante i tragici giorni del sequestro Moro.

Piu’ recentemente Berlusconi varò il suo primo Governo nel maggio 1994 senza avere la maggioranza assoluta al Senato. Il leader di Forza Italia ebbe la fiducia di 366 deputati e soli 159 senatori. Tra questi i senatori a vita Agnelli, Cossiga e Leone. Si astenne Spadolini, ancora scottato dalla sconfitta per un solo di voto di scarto nella battaglia contro Carlo Scognamiglio per la Presidenza del Senato. Berlusconi governò poco in quella legislatura.

Nel gennaio 1995 Lamberto Dini diventò premier, mandando all’opposizione FI, An e Ccd. Dopo il Berlusconi I, anche Dini nel gennaio 1995 non ottenne la maggioranza assoluta alla Camera. Gli votarono la fiducia 191 senatori e solo 302 deputati. Si astennero in 270, tra cui lo stesso Berlusconi.

Il Governo D’Alema II ottenne nel dicembre 1999 la fiducia di 177 senatori e solo 310 deputati. Si astennero i socialisti di Boselli e Giorgio La Malfa. Il successivo Governo Amato II nell’aprile-maggio 2000 ottenne la maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato. Il socialista Ottaviano Del Turco divenne ministro delle Finanze e lo Sdi entrò in maggioranza. Anche Giorgio La Malfa votò alla Camera la prima fiducia al Governo Amato II, ma senza ottenere incarichi di Governo.

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Fonte: politica agi