Una barca a vela, sottratta agli scafisti. Ragazzi, alcuni dei quali già con problemi con la Giustizia. Una cantina che prova nuovi sistemi di affinamento dei suoi prodotti. Sono questi i protagonisti dell’immersione in una cantina subacquea, nelle acque antistanti Castel dell’Ovo, a Napoli, si oltre 4000 bottiglie di vino, trasportate a bordo della motovela della legalità e della memoria, con a bordo un equipaggio composto da giovani e studenti di archeologia e subacquea, tra cui quattro dell’Istituto penale minorile di Nisida che partecipano a un progetto di rieducazione promosso da Archeolab.
L’imbarcazione requisita ai trafficanti di esseri umani che trasportavano migranti tra la Tunisia e la Sicilia, oggi ha trasportato “10 casse di vino – spiegano i fratelli Valentina e Raffaele Carputo – con 2mila bottiglie di falanghina metodo classico e 2.380 di rosso Campania. Resteranno immerse per 12 mesi per il processo di affinamento”. Si tratta di due vini celebrativi del trentennale dalla cantina Carputo, che incrocia il percorso della legalità e del recupero di giovani tracciato da Archeolab.
“E’ un’altra, importante sperimentazione – racconta Rosario Santastasio, presidente Archeoclub d’Italia – i ragazzi stanno seguendo un percorso di legalità e crescita, con corsi di immersione subacquea e formazione teorica sul patrimonio geologico, ambientale e storico. Da una parte la motovela MareNostrum Dike, un tempo Oceanis473, motovela della legalità e della conoscenza, e dall’altra i ragazzi con un passato difficile. Testimonianza che è possibile sperare nella redenzione. Queste storie saranno parte di una giornata memorabile, che unisce il sociale alla conoscenza del territorio e del mercato del lavoro”.
Le attività sociali di MareNostrumArcheoclub D’Italia, hanno già permesso, in tre anni, a più di venti ragazzi di ottenere brevetti da sub. Dopo i primi due brevetti possono accedere a delle borse di studio per diventare Ots cioè operatori tecnici, metalmeccanici del mare, o istruttori, aiuti istruttori, guide per le immersioni.
“Si tratta di ragazzi che hanno un’età che varia da 17 anni a 23-24 anni – esplicita Francesca Esposito, referente delle attività sociali di MareNostrumArcheoclub D’Italia – in funzione del fatto che i ragazzi che vengono condannati da minori restano all’interno dell’area penale minorile fino a 25 anni”. (AGI)