Bosnia: Parlamento serbo-bosniaco nega genocidio Srebrenica


Il Parlamento della Repubblica Srpska, una delle due entità che compongono la Bosnia-Erzegovina, ha adottato un documento che nega il genocidio del 1995 a Srebrenica, documentato e provato dal Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (ICTY).”Il termine genocidio per Srebrenica è sbagliato e non può essere accettato”, si afferma nello studio approvato con il voto del totale dei 73 deputati presenti, ha riferito la televisione pubblica serbo-bosniaca RTRS. Il documento afferma, inoltre, che le vittime del massacro non erano civili, come ritenuto provato dal tribunale dell’Aia, ma “prigionieri di guerra”, e cifra il loro numero tra “1.500 e 2.000, al massimo 3.000” (contro gli 8.000 determinati dai giudici dell’Aia). Allo stesso tempo, dice che il numero di vittime serbe per la pulizia etnica è salito a 2.650.Queste “conclusioni” si basano su una relazione di una presunta commissione internazionale indipendente che, su incarico della Repubblica Srpska, ha organizzato un’inchiesta.La relazione nega le prove e le conclusioni dei verdetti pronunciati dall’ICTY, comprese, ad esempio, le sentenze contro il primo presidente della Repubblica Srpska, Radovan Karadzic, e l’ex comandante dell’esercito serbo-bosniaco, Ratko Mladic, che scontano l’ergastolo per genocidio.L’ICTY ha stabilito che le forze serbo-bosniache fecero irruzione nel luglio 1995 nella “zona di protezione dell’ONU” di Srebrenica, in Bosnia orientale, e hanno commesso il crimine di genocidio uccidendo più di 8.000 civili musulmani, uomini tra i 13 e i 77 anni.