Bonus Casa Ridotti o in Scadenza: Cosa Cambia Dopo il 31 Dicembre


Il panorama degli incentivi per l’edilizia e l’acquisto di abitazioni in Italia sta subendo significative trasformazioni a partire dal 31 dicembre. Il Ddl di Bilancio, definito dal ministro Giorgetti come “serio e prudente”, sta portando ad una serie di cambiamenti, alcuni dei quali influiranno direttamente sulle tasche dei cittadini.

Una delle modifiche più rilevanti riguarda il superbonus, protagonista durante l’iter parlamentare del disegno di legge di Bilancio. Il testo approvato dal Governo non concede proroghe e conferma la strategia di uscita già delineata: riduzione al 70% delle agevolazioni nel 2024 e al 65% nel 2025. Questo implicherà che le spese sostenute dai condomìni dopo il 31 dicembre saranno agevolate al 70%, rispetto alle percentuali più elevate applicate nell’anno corrente (110% o 90% a seconda della prenotazione con la data di presentazione della Cilas).

La richiesta di proroga è giunta da diverse parti, incluso il partito Forza Italia, proponendo di concedere il superbonus con le percentuali del 2023 a chi, entro il prossimo 31 dicembre, avrà raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori, anche se non completati al 100%. Tuttavia, i margini sono limitati, poiché il Governo è orientato a mantenere la stabilità della manovra.

Inoltre, a fine anno scadranno anche le due versioni del superbonus per le villette: quella al 110%, prorogata più volte per i ritardatari, e quella al 90% prevista solo per il 2023 per i nuclei familiari con un reddito di riferimento non superiore a 15mila euro.

Per chi è interessato all’acquisto di una nuova casa, la fine dell’agevolazione sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A e B dal costruttore rappresenta una notizia significativa. Solo i rogiti stipulati entro il 31 dicembre consentiranno al compratore di scaricare in dieci anni dall’IRPEF metà dell’IVA versata all’acquisto. Questa misura, volta a promuovere la transizione energetica, potrebbe essere determinante per alcuni acquirenti.

Anche gli aspiranti proprietari saranno colpiti dall’aumento della ritenuta sui bonifici per lavori edilizi agevolati, che passerà dall’8 all’11 per cento. Questo non penalizzerà direttamente i proprietari, ma influirà sulle somme accreditate alle imprese sui loro conti correnti.

Un altro aspetto da considerare è l’aumento della cedolare secca dal 21% al 26% sugli affitti brevi da due case in su. Questa modifica introdotta dal Governo sarà rivista per precisare che i canoni derivanti dalla prima delle case in locazione breve rimarranno sempre soggetti al 21%.