Blocco dei licenziamenti e appalti, la maggioranza fibrilla


AGI – Nuove fibrillazioni scuotono la maggioranza di governo. Archiviate le tensioni sulle riaperture e il coprifuoco, i partiti che sostengono l’esecutivo Draghi tornano a dividersi sulla proroga del blocco dei licenziamenti, contenuta nel decreto Sostegni bis, provvedimento varato dal Cdm la scorsa settimana ma il cui testo definitivo manca ancora all’appello. E c’è chi non esclude che arriveranno modifiche. Altro nodo sul tavolo che rischia di innalzare il livello di scontro sono le norme relative agli appalti, che dovrebbero essere inserite nel decreto Semplificazioni, il cui via libera è atteso a breve anche se dal governo si fa sapere che il tema sarà oggetto di un nuovo confronto politico nei prossimi giorni, mentre oggi la questione non è stata affrontata durante la riunione della cabina di regia con il premier sulla governance del Pnnr.

A innescare la miccia delle polemiche sul blocco dei licenziamenti è Confindustria, che critica le misure volute dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando (blocco dei licenziamenti fino al 28 agosto per le aziende che chiedono la Cassa Covid. Inoltre, dal primo luglio le aziende che utilizzano la cassa ordinaria non dovranno pagare le addizionali, ma a condizione che non licenzino i dipendenti). Misure invece pienamente condivise dai sindacati. Da ricordare che nel primo decreto Sostegni, approvato in via definitiva dal Parlamento, è prevista una proroga fino al 30 giugno per manifattura ed edilizia, e fino al 31 ottobre per tutte le altre categorie.

Di fronte agli attacchi contro Orlando, il Pd fa quadrato e difende ministro e norme: “Ho letto critiche superficiali e ingenerose nei confronti del ministro Orlando che lavora su un tema delicato per milioni di italiani, con tutto il nostro sostegno e apprezzamento”, scandisce il segretario Enrico Letta. “E’ in corso un inaccettabile attacco personale al ministro Andrea Orlando da parte di parte del mondo confindustriale e dalla Lega”, afferma il vice dem Peppe Provenzano, che aggiunge: “Chi prende Cig gratis non deve licenziare non è inganno, è un principio sacrosanto”. Per Goffredo Bettini “la proposta di Andrea Orlando è improntata all’equilibrio e alla giustizia sociale. La reazione di Confindustria è irresponsabile e riaccende il conflitto sociale. Irresponsabile perchè durante la pandemia hanno ottenuto tanto”.

E a chi parla di “inganno” messo in atto dal ministro dem e di norma spuntata fuori all’insaputa degli altri ministri, Provenzano replica: “ll Cdm decide. Discute norme, le scrive e le riscrive anche. E’ il suo compito, quella è la sua sede. A meno di non pensare che chi è seduto lì debba fare da passacarte”. Il numero due del Nazareno allega sui social il link della conferenza stampa post Cdm, dove il ministro del Lavoro annunciava la norma. Al fianco del Pd si schiera Leu: “Contrastare la proroga del blocco dei licenziamenti e liberalizzare subappalti e gare al massimo ribasso sono due facce della stessa medaglia di un’idea sbagliata del futuro dell’Italia”, sostiene il capogruppo Federico Fornaro.

Anche M5s è per la proroga del blocco dei licenziamenti: “Siamo favorevoli”, ribadisce l’ex ministra Nunzia Catalfo, che annuncia: “E’ indubbio che occorre proseguire lungo la strada delle tutele, in questo momento delicatissimo per il Paese. E, per questo, presenteremo ulteriori emendamenti al nuovo decreto per salvaguardare lavoratori e imprese”. Contraria alla proroga è invece Forza Italia, che con Antonio Tajani osserva: “Se non mettiamo le imprese nelle condizioni di non licenziare o di assumere ad agosto avremo lo stesso problema: e’ giusto difendere il lavoro, ma non si risolve bloccando i licenziamenti”, spiega il coordinatore nazionale ‘azzurro’.

E la capogruppo Anna Maria Bernini avverte: “Il Pd non può reagire invitando chi dissente a uscire dal governo, perchè questo non è più il governo Conte, e le misure cruciali come questa vanno concordate ascoltando anche la voce delle imprese”. Molto dura la posizione leghista: “Orlando ha rotto un patto con le aziende e con tutti gli attori in gioco”, dice la sottosegretaria al Lavoro Tiziana Nisini in un’intervista. “Se eravamo informati? No. E non erano informati neppure i nostri ministri, visto che questa proroga non era nella bozza del decreto”, conclude.

L’altro fronte aperto riguarda il decreto Semplificazioni e l’ipotesi in campo di intervenire sulle norme sugli appalti per semplificare le procedure. La Lega ‘alza la posta’ e propone l’azzeramento del Codice degli appalti. Forza Italia chiede che “si applichi la direttiva Ue” che è “molto più semplice dal punto di vista burocratico”, dice Tajani. Il partito di Toti, Cambiamo, rilancia il “modello Genova”. Per Italia viva “occorre una revisione che riporti la norma allo spirito originario delle direttive europee, appesantite nella versione italiana da vari provvedimenti. In altri Paesi le norme Ue vengono applicate senza sovrastrutture”, osserva Raffaella Paita che spinge per l’attuazione in toto del ‘Piano shock’ renziano.

Bene velocizzare le opere ma nel rispetto della legalità e della sicurezza sul lavoro, è la linea del Pd. Letta ha riunito i vertici dem (compresi i ministri) sul tema delle semplificazioni e sulle polemiche sulla presunta deregulation sugli appalti. Pur non facendo un riferimento esplicito alla questione appalti, il segretario nel commentare in un tweet le condanne per le minacce contro Roberto Saviano e Rosaria Capacchione, scrive: “Un messaggio fondamentale, proprio oggi che l’Italia deve tenere lontane mafie e criminalità dalla ricostruzione del Paese”.

Nel Movimento 5 stelle si è aperto il dibattito, e al momento la linea non è univoca. Tanto che Luigi Di Maio – convinto che “il Paese deve ripartire” e “per riuscirci è necessario semplificare le procedure, rispettando sempre il tracciato della legalità” – propone “un forum dove confrontarci a tutti i livelli e stilare insieme una linea unitaria”, mentre i 5 stelle nelle commissioni Ambiente, Attività produttive e Trasporti della Camera puntano paletti e avvertono: “No al massimo ribasso nell’aggiudicazione degli appalti pubblici. Non è questo il modo per garantire efficienza e celerità alla realizzazione di opere”. 

Source: agi