Bitcoin tocca quota 50.000 dollari. Opportunità o rischio bolla? 


Bitcoin accelera e supera per la prima volta la quota psicologica dei 50.000 dollari portando a termine una volata che dura da due mesi. Negli ultimi sessanta giorni la criptovaluta ha più che raddoppiato il suo valore, portando la sua capitalizzazione di mercato a 895,8 miliardi di dollari e registrando una crescita negli ultimi 12 mesi che ha visto la moneta digitale schizzare del 400%.

“Oramai gli investimenti in Bitcoin hanno più l’aspetto della speculazione che di una scommessa nella tecnologia che c’è dietro”, commenta all’AGI Antonio Simeone, amministratore delegato di Euklid e tra i primi conoscitori in Italia di criptovalute. E avverte: “Rivedo un po’ lo stesso entusiasmo del 2017, quando dopo i record arrivò il crollo”.

Bitcoin subito dopo aver toccato il suo record è sceso del 3% (attualmente è scambiato a poco più di 48.000 dollari). Difficile dire se è trattato di vendite direttamente legate alla notizia del record. Sta di fatto che Bitcoin continua ad attrarre una platea sempre più vasta di investitori. Anche piccoli e piccolissimi investitori che nei forum si scambiano messaggi sulla possibilità di guadagno facile che sembrerebbe derivare dall’investimento in cripovalute.

Secondo le stime di alcune società di analisi riportate dal Wall Street Journal, da agosto a dicembre sono stati ‘coniati’ circa 150.000 nuovi Bitcoin, mentre nello stesso periodo ne sono stati comprati circa 359.000. È quindi certo uno squilibrio di mercato tra nuovi Bitcoin e richiesta.

Oltre ai Bitcoin in circolazione infatti, una porzione di nuove monete digitali viene quotidianamente immessa sul mercato al termine di un processo di ‘estrazione digitale’ che avviene sul protocollo che muove Bitcoin, chiamato blockchain. Si calcola che sia circa 900 le nuove monete digitali ‘estratte’ ogni giorno.

La febbre Bitcoin. Un’opportunità?

La febbre da Bitcoin quindi non sembra scemare e sembra molto più forte di quella che prese il mondo degli investitori nel 2017, quando la cripto volò a 20.000 dollari sul finire dell’anno per poi registrare numerosi crolli che la portarono per mesi a poco più di 3.000 dollari.

Oggi la moneta digitale creata dal misterioso Satoshi Nakamoto (forse solo uno pseudonimo) e lanciata nel gennaio 2009 sembra riuscire a fare molti più proseliti rispetto a quattro anni fa e convince grossi istituzioni finanziarie e grandi aziende.

Che il prezzo di Bitcoin sarebbe arrivato a 50.000 dollari l’avevano previsto molti analisti negli ultimi giorni. Prima la decisione di Elon Musk, fondatore e amministratore delegato di Tesla, di investire 1,5 miliardi della propria cassa in Bitcoin l’8 febbraio, poi la decisione di Bank of New York Mellon di dare la possibilità ai propri clienti di detenere e trasferire asset digitali sui propri portafogli investimenti due giorni dopo, avevano dato nuovo slancio alla criptovaluta che era passata in pochi giorni da 44 a 48 mila dollari prima, per poi dirigersi con decisione verso i 50 mila dollari.

Bitcoin, il rischio ‘schema 2017’

“Ho studiato bitcoin fin dall’inizio”, commenta Simeone. “Queste ondate di euforia mi sembrano assai simili a quelle del 2017. C’è da capire se, come nel 2017, poi ci sarà un momento di depressione. Al momento tutti vogliono Bitcoin perché promette margini di guadagno interessanti, ed è peggio di quello che successe nel 2017 quando una parte degli investitori scommetteva anche sulla sua tecnologia.

In questo quadro ci sono nuove figure, come quella di Elon Musk, che sembrano invitare le persone a investire in criptovalute. E credo che le grosse banche d’affari aprano ai portafogli in cripto più per una richiesta dal basso, dei propri clienti, che per una reale convinzione nello strumento”, aggiunge.

L’entusiasmo resta alto, anche se negli ultimi giorni i timori sono stati sollevati da diverse persone che Bitcoin lo conosco bene. Nassim Nicholas Taleb, autore de Il Cigno Nero e Antifragile, ha definito su Twitter Bitcoin una “calamita per imbecilli”, dopo aver aperto con entusiasmo alla cripto negli anni scorsi. Mentre Micheal Burry, analista finanziario reso celebre dall’interpretazione di Christian Bale in “The Big Short” ha messo in guardia dal rischio di bolla speculativa legata alle criptovalute.

@arcamasilum

Fonte: economia agi