AGI – Dopo cinquant’anni, un presidente cattolico torna a varcare la soglia dei Sacri Palazzi. Joe Biden viene ricevuto da papa Francesco come John Fitzgerald Kennedy lo fu da Paolo VI: due papi dal forte gusto conciliare per due presidenti di origine irlandese che, nella campagna elettorale antecedente la loro elezione, hanno dovuto anche affrontare il tema della loro confessione religiosa.
La ‘controversa’ fede di JFK
Certo, per Kennedy la questione era molto più scottante: era anche un’altra America. Oggi i cattolici rappresentano la comunità religiosa più estesa del Paese, e soprattutto l’argomento non suscita più le reazioni di una volta. Ad ogni modo lo stesso Biden ha avuto modo di dire in passato, usando una metafora che è metafora oggi molto attinente alla cronaca, che non avrebbe mai baciato l’anello al Papa.
La fede cattolica dell’allora senatore John F. Kennedy fu un fattore notevolmente controverso durante le elezioni presidenziali statunitensi del 1960, ricorda in un articolo su Aleteia un esperto della materia come il domenicano Patrick Briscoe. L’intellighenzia liberale criticava Kennedy per la visione della Chiesa sul controllo delle nascite e sull’economia, mentre i fondamentalisti vecchio stampo attaccavano il papato e le convinzioni cattoliche.
Il discorso di Houston
In questo contesto, John F. Kennedy pronunciò discorso a Houston, in Texas, considerato ancora adesso un momento di svolta anche nell’ambito più generale dei rapporti tra cattolici e politica. Ancora pochi anni fa fu l’anniversario di quell’intervento a riaccendere una lunga discussione in Italia. Di fronte a centinaia di ministri protestanti, Kennedy sottolineò il proprio punto di vista sulla sua fede cattolica, sulla fede nell’esercizio di un incarico pubblico e sulla natura della religione negli Stati Uniti in generale. “
Non sono il candidato cattolico alla presidenza”, affermò. “Sono il candidato del Partito Democratico alla presidenza, che guardacaso è anche cattolico. Non parlo per la mia Chiesa su questioni pubbliche, e la Chiesa non parla per me”. Kennedy promise anche di governare in base a “quello che la mia coscienza dice che sia l’interesse nazionale”.
Rinnegò poi con decisione qualsiasi ipotesi per cui sarebbe stato influenzato da un’autorità religiosa o guidato dalla sua fede nelle questioni di politica pubblica. Venne eletto e progettò una visita in Italia, anche perchè si trattava di spiegare agli alleati della Nato la dottrina della Risposta Flessibile.
Ma appena un mese prima che giungesse per un viaggio che avrebbe incluso una visita in Vaticano, Papa Giovanni XXIII morì improvvisamente, il 3 giugno 1963. Il 21 giugno, tre settimane dopo, venne eletto Papa Paolo VI, che acconsentì a incontrare il Presidente Kennedy.
Quest’ultimo, per rispetto nei confronti degli eventi che circondavano l’elezione del nuovo Pontefice, aveva pensato di cancellare del tutto il viaggio. Ma una volta confermato l’incontro sorsero altre domande.
Il bacio dell’anello
Anzi, una: Kennedy avrebbe osservato il protocollo tradizionale, inginocchiandosi e baciando l’anello papale? Attenzione: non era solo una questione di osservare i giusti protocolli, visto che nemici politici di Kennedy avrebbero avuto molto materiale a disposizione grazie alle fotografie del Presidente degli Stati Uniti che si inginocchiava davanti al Supremo Pontefice di Roma.
Paolo VI risolse il problema tendendo la mano per una stretta cordiale a Kennedy, che si avvicinò a lui salutandolo calorosamente.
Erano i tempi del Concilio, del resto. Montini sottolineò in seguito la natura positiva dell’incontro dicendo di essere rimasto molto colpito e di aver ricevuto “grande speranza” per il fatto di aver stabilito un contatto con i rappresentanti mondiali più significativi, e subito espresse il suo apprezzamento per il discorso inaugurale del Presidente (“è stato un capolavoro”), per la “capacità di parlare alla società moderna in termini concreti” e i suoi modi “modesti e cortesi” durante l’incontro.
Bergoglio non si lascia baciare la mano
Quanto al baciamano eventuale di Biden, si tenga in considerazione una cosa: sono due anni che Papa Francesco le mani non se le lascia più baciare. Nel marzo del 2019, nella basilica di Loreto, al termine della messa celebrata tre giorni fa, il pontefice iniziò a sottrarre platealmente la mano a quei fedeli che si erano messi in fila per il tradizionale saluto.
Inevitabile la consueta diatriba tra tradizionalisti e progressisti: il Papa ha accantonato anche questa tradizione (i primi); si tratta di una pratica ormai desueta che sicuramente il pontefice non incoraggia poichè considera il bacio dell’anello un gesto di sottomissione, di autorità e non di servizio a Dio (i secondi). Nè l’una cosa nè l’altra, si fece sapere: solo semplici, banali “questioni igieniche”, “per evitare il contagio quando ci sono lunghe file di fedeli”.
Era, ripetiamolo, il marzo di due anni fa, e quindi ancora non era esploso il covid. Mercoledì, all’udienza generale, di baci dell’anello nemmeno uno tra i religiosi e i porporati messisi in fila al termine. Quanto a Biden, quando stanotte è atterrato a Roma, indossava la mascherina.
Source: agi